CAMPIONATOSOTTOPASSAGGIOTOP

MILAN-ROMA. In Eusebio we trust. 

di Paolo MARCACCI. Dove si compra un po’ di cinismo? Perché alla Roma del primo tempo di San Siro ne basterebbe appena qualche grammo in più per trovare il vantaggio nel primo tempo, soprattutto tra il ventesimo e la mezz’ora, quando la retroguardia milanista balbetta in più di un’occasione, sia in fase di copertura che di disimpegno. È un Milan più logico e razionale, rispetto alle uscite precedenti in campionato, ma è palpabile la sensazione che se venisse colpito vedrebbe resuscitare all’improvviso tutti gli spettri delle recenti domeniche. La Roma si presenta spesso nel cortiletto di Donnarumma ma poi lo disturba poco al citofono, se piace la similitudine, nel senso che un bell’esterno di Florenzi e un’occasione in cui Pellegrini – subentrato a Strootman, attendiamo la diagnosi – batte con poca convinzione davanti al portiere rossonero sono le più evidenti occasioni giallorosse. Il tempo si chiude con il Milan in avanti, con Kessie disordinatamente protagonista di alcune incursioni e Borini maratoneta; con lo zero a zero pencolante sul tabellone, in attesa di un episodio che lo faccia precipitare dalle ripide gradinate. Un solo cartellino giallo, per Chalanoglu che al minuto 33 rade al suolo Bruno Peres: un segnale delle apprensioni milaniste, assieme al maggior numero di calci d’angolo che la Roma guadagna nella prima parte. Tutte cose che, da sole, non conducono ai tre punti.

Ci vorrebbe una ripresa in cui il ghigno imperturbabile di Kolarov si traducesse a tutta la squadra: il serbo nel primo tempo è stato il più autorevole nel cercare di imbastire la manovra sul lato sinistro, digrignando i denti anche nei confronti dei poco reattivi raccattapalle.
Bisognerebbe colpire a freddo, a inizio ripresa, ma è un ragionamento che appartiene anche ai padroni di casa. Di fatto, quando li si attacca
Bonucci e compagni continuano a sentire il pallone che scotta fra i piedi, per questo invochiamo nella Roma un poco di essenziale cattiveria agonistica. Si perde ogni tanto Nainggolan nella tonnara di centrocampo, così come Dzeko – comica ammonizione comminata da Banti dopo una spinta di Bonucci – ancora vaga alla ricerca di uno spiraglio d’autore. È importante non farsi sorprendere, quando gli uomini di Montella ripartono con gente come Chalanoglu e Kessie, perché la Roma continua a salire in blocco, ma sterilmente, per avvolgere il Milan. Ci si aspetterebbe anche un ricamo d’autore e da nobile ex da parte di El Shaarawy, che continua a girare al largo del proscenio.
Attenzione nei disimpegni, poi, perché intorno all’ora di gioco Fazio confeziona involontariamente una ripartenza milanista pericolosa più del consentito. Cresce Kessie a destra, in assoluto.
Minuto 61: corridoio perfetto di Pellegrini per vie centrali, Red carpet per Florenzi in posizione di centravanti, l’uscita di Donnarumma strozza in gola il grido del gol.
Subito dopo è Alisson che si esibisce in un intervento mirabile, mettendo entrambi i guanti su un destro violentissimo di Bonucci dal limite.
Partita aperta ora: fioriscono occasioni e pericoli; la Roma dovrebbe puntare sulla qualità superiore del proprio palleggio.
Sì può fare, si deve fare.
Cominceremmo a cercare Dzeko con maggiore insistenza, tanto per dirne una.
Nel frattempo, blocca a terra Alisson su Kalinič. Parla molto Di Francesco, nelle pause, soprattutto con Nainggolan.
Il Milan si fa anche applaudire, per il fraseggio, segno che negli ultimi venti può accadere di tutto.
Minuto 72: all’altezza della lunetta Dzeko riceve, punta l’angolino, batte di destro con traiettoria leggermente a uscire: per Donnarumma la palla svanisce all’angolino basso come una sessione di maturità. Forse la traiettoria è leggermente sporcata da Romagnoli e ovviamente c’è più gusto.
Minuto 77: ricamo prezioso di Dzeko a sinistra, preziosissimo, a favorire l’incursione di Nainggolan che batte a rete con tempismo perfetto: Donnarumma si oppone, non trattiene, Florenzi si trova sul vassoio la palla del prefisso milanese: 0-2. “Ciao Vince’ ” sembra ora sussurrare la partita, come Tomas Milian nei panni di Monnezza ne “La banda del gobbo” e questo ci dispiace.
Ciao pure a Chalanoglu, espulso per doppio giallo.
A dieci dal termine, un parziale bilancio: la Roma è stata brava, dopo l’ora di gioco, a sfruttare gli episodi a suo favore, uscendo indenne dalle occasioni rossonere. Aggiungeremmo che la Di Francesco – band ha piegato il miglior Milan stagionale, a nostro avviso.
Juan Jesus per Manolas, negli ultimi 5′. Ancora prima era entrato Gerson per un esausto El Shaarawy.
Dopo tre minuti di recupero lugubre per i padroni (?) di casa, con Gerson che mostra di esserci soprattutto agonisticamente, la partita finisce. Un altro campionato, invece, è appena iniziato. In Eusebio we trust.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *