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DI FRANCESCO “Il Derby è un’emozione unica, non è mai stata una partita come tutte le altre”

A 5 giorni dal Derby capitolino, il Mister Eusebio Di Francesco ha rilasciato una intervista ai microfoni di Mediaset Premium. Queste le sue parole:

Come sta la Roma?
La Roma è in crescita. Peccato per la sosta. Speriamo di ripartire con lo stesso piede con cui abbiamo finito.

Lei è un cultore del lavoro. Deve essere difficile lavorare in vista del Derby con una Trigoria mezza vuota…
Abbiamo lavorato con quelli che c’erano. Quando si allenano delle grandi squadre si sa che tanti calciatori possono andare in nazionale. Sì, questo ti toglie qualcosa, ma deve essere anche motivo di grande orgoglio per il fatto che questi ragazzi stanno facendo veramente bene nel club. Avremo poco tempo per preparare il derby, ma succede anche ad altre squadre del nostro livello.

Che cosa è il Derby a Roma?
Lo ricordo con un aneddoto vissuto personalmente. La prima volta che ho giocato un derby, prima della gara siamo andati tutti insieme sotto la Curva Sud. Vi assicuro che prima di una gara non mi erano mai tremate le gambe. Quella volta sì. Questa è un’emozione unica, non è mai stata una partita come tutte le altre.

La Lazio sta andando molto bene, vale tanto questo derby…
Sarà una partita da alta classifica. Colgo l’occasione, dopo averlo fatto già in passato, di fare i complimenti a Simone Inzaghi, sta facendo veramente un ottimo lavoro. Ha grande capacità sotto l’aspetto tecnico-tattico e sta mantenendo bene il gruppo in un ambiente non facile.

Nainggolan ci sarà?
Ci porteremo dietro questa valutazione fino all’ultimo, decideremo tra giovedì e venerdì. Peccato, stava crescendo.

Perché Nainggolan segna meno della scorsa stagione?
Parliamo meno dei singoli e più dei meccanismi di squadra, meglio qualche rete in meno ma qualche vittoria in più.

Schick?
È una prima o seconda punta che ha dato il meglio giocando sul centro-destra. Il campo è grande, uno bravo come lui saprò dove metterlo…

Dzeko ha parlato di scudetto in due anni, lei cosa ne dice?
Diciamo che glielo auguro… Non ci poniamo limiti o obiettivi, sarebbe bello stare in alto il più a lungo possibile, ma la strada è ancora lunga. Ci vuole tempo per assimilare un nuova filosofia.

I rivali più temibili?
Il Napoli ha eccellenti meccanismi e un ottimo allenatore ma ritengo la Juventus ancora la squadra da battere.

Totti?
Non sa ancora cosa fare da grande, è giusto che faccia questo percorso per capire. L’importante è che non faccia l’allenatore perché qui ci sono io! Scherzo.

Italia-Svezia?
L’importante è vincere, dobbiamo portare a casa questa qualificazione perché è troppo importante per l’Italia e per tutto il sistema calcistico. In Svezia magari ci si aspettava una partita diversa, anche se sappiamo che da quelle parti si gioca con grande fisicità. Noi non ci siamo espressi al meglio, ma sono convinto che possiamo rifarci. In queste partite la Nazionale ha sempre tirato fuori quel qualcosa in più per potersi qualificare. Ricordo che nel 1982 nel girone eliminatorio abbiamo avuto grandissime difficoltà, nessuno avrebbe mai pensato che l’Italia avrebbe potuto vincere quel Mondiale. Invece è andata così.


 

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