AS ROMATOP

LAMPROS CHOUTOS “A Roma ci sono nato calcisticamente, cresciuto e diventato uomo”

AS ROMA MATCHPROGRAM (T. Riccardi) – Quattro presenze nella Roma, una con l’Atalanta. Doppio ex, nonostante non abbia fatto la storia delle due squadre. Però il sentimento che prova per la Roma è forte e vero. Lui a Trigoria ci ha lasciato il cuore. “Ci sono nato calcisticamente, cresciuto e diventato uomo”. Lampros Choutos – classe 1979 – era uno dei giovani più promettenti del vivaio giallorosso di fine Anni 90. Un centravanti che sapeva fare gol in tutti i modi, in Primavera ne segnava con regolarità in quasi tutte le partite. Esordì con Mazzone il 20 aprile 1996 in Roma-Napoli 4-1. Aveva diciassette anni, sembrava l’inizio di una carriera gloriosa. Poi una serie di infortuni ne pregiudicarono il percorso: “Ma sono comunque contento di aver giocato a questi livelli”, dice.

Può chiarire un dubbio prima di parlare di calcio?
“Certo, mi dica”.

Sul suo profilo Facebook ha la foto da calciatore con la maglia della Roma. E il nome del suo profilo è Lambros Choutos. Su Wikipedia e altre fonti, invece, è riportato Lampros. Qual è la formula giusta? Con la B o con la P?
“È una domanda che mi fanno spesso in tanti… (ride, ndr) Si scrive Lampros, ma la pronuncia è Lambros perché in greco “MP” si pronuncia “B””.

Mistero risolto. Ricorda come arrivò alla Roma?
“Avevo 13 anni, feci un provino dove mi visionarono Bruno Conti, Roberto Pruzzo e Gildo Giannini. Mi presero subito, rimasi per sette anni nella Capitale dove diventai uomo e calciatore. Roma e Trigoria sono state la mia seconda casa, ogni volta che vengo mi emoziono”.

Porta con sé qualche ricordo particolare?
“Soprattutto tutte le persone che incontrai in quegli anni. A Trigoria ci vivevo, condividevo ogni giorno con coloro che lavoravano lì”.

Vuole fare qualche nome?
“Ringrazio tutti, ma soprattutto la famiglia Conti. Poi, cito Roberto Pruzzo, Gildo Giannini, Aldo Maldera, Claudio Percoco, Ezio Sella, Gianni Scuotti, Aldo Bartolomei, Antonio Tempestilli, i cuochi Paolo e Felice, Laura, il portiere Bomarzi e tanti altri”.

Chi la portò a Trigoria?
“Mio padre, credeva che fossi il giocatore più forte in Grecia in quel periodo”.

Non aveva tutti i torti. In molti le avevano pronosticato un grande futuro.
“Effettivamente a Roma mi sentivo sicuro delle mie possibilità. Pensavo di poter fare strada. Alla mia giovane età avevo ottenuto grandi risultati. Il più importante fu quello con la nazionale under 21, in cui segnai agli europei di categoria 15 gol in 8 gare. Un record che ancora oggi nessuno è riuscito a battere”.

Nel 1996 l’esordio da professionista, in campionato contro il Napoli.
“Impossibile dimenticare il giorno del debutto in prima squadra. Ero molto emozionato, ma andò bene. Mazzone mi volle in campo e io cercai di dare il massimo. Nei primi mesi del 1999, poi, Capello mi diede fiducia in alcune partite. Ricordo la prima giornata contro il Piacenza in trasferta, subentrai a Montella. Finì 1-1, segnarono Totti su rigore e Stroppa su punizione”.

Lo ha menzionato, che giocatore era Totti all’epoca?
“Francesco era più grande di me, andavo a vedere le sue gare della Primavera. Frequentavamo pure la stessa scuola. Poi lo ritrovai in prima squadra dove giocammo insieme. Era un ragazzo un po’ chiuso come me, di conseguenza non legammo in modo particolare. Ma mi piaceva il suo modo di comportarsi e lo trovavo molto simpatico. Per non parlare del grandissimo calciatore che è sempre stato”.

Nel 2000, poi, lasciò la roma e tornò in patria.
“Sì, andai all’Olympiacos. Cominciai subito bene, fornendo prestazioni di alto livello. Segnai 7 gol in 13 partite contribuendo al titolo greco. Purtroppo l’anno dopo mi ruppi il crociato e lì si complicarono le cose”.

Perché?
“Subii un errore medico, che mi portò negli anni successi ad avere altre otto operazioni alle ginocchia. Ogni volta che scendevo in campo riuscivo a dimostrare le mie qualità, ma non potevo avere continuità con tutti questi stop”.

Ha qualche rimpianto?
“No, sono stato comunque fortunato ad essere riuscito a giocare a certi livelli. Certo, mi sarei potuto divertire di più e magari fare meglio come calciatore”.

Con l’Atalanta, invece, come andò?
“Non bene, pure in questo caso la fortuna non fu dalla mia parte. Arrivai nel gennaio 2005, ma mi feci subito male. Giocai una partita sola”.

Oggi di cosa si occupa?
“Managment e scouting di calciatori greci. Tra i tanti, rappresento un grande talento del calcio greco come Lazaros Lamprou, nato nel 1997. Oggi in prestito al Panionios, ma di proprietà del Paok Salonicco. Le posso svelare un retroscena di mercato a questo proposito?”.

Prego.
“Nell’estate 2016 fu cercato dalla Roma di Sabatini. Il discorso sembrava avviato, poi l’eliminazione nei preliminari di Champions League con il Porto pregiudicò l’operazione arrivata a buon punto. Peccato”. 

 

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