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RIVISTA LA ROMA. Il Personaggio: Cengiz UNDER

Protagonista del mese di febbraio, e non poteva essere altrimenti, è il turco Cengiz Ünder. Talentuoso esterno mancino giunto in estate, sta facendo del suo inverno romano la sua primavera calcistica.

LA ROMA 365 – IL PERSONAGGIO di Diego Angelino

Cenghiz Ùnder. No, Gengiz Ùnder. Anzi, Genghiz Ùndaar, come fosse l’urlo di battaglia di un samurai giapponese. Sembra di rivivere quanto accaduto con Falcão “Falcon, Falson, Falcone, Falsao”, come cantava Jorge Ben, ricordate? Concedeteci il paragone, relativo solo alle difficoltà di pronuncia corretta, tra il Divino brasiliano e l’esterno turco. Il cui nome, a dirla tutta, si pronuncia Genghís Undér. Genghís, come quel Khan, sovrano e condottiero mongolo. Genghís che, in turco antico, stava a indicare la parola “oceano” mentre oggi può essere tradotto con “imbattibile”.

Chiamatelo, comunque, come preferite: l’importante è che vi troviate a citarlo con costanza perché in campo c’è stata una sua giocata, un suo goal, una sua azione risolutiva. È stato un febbraio magico quello del numero 17 romanista, che dopo mesi di chiaroscuro, di domande sulle sue qualità, di dubbi, di paragoni non certo edificanti (“Il nuovo Iturbe”) ha trovato fiducia e reti.

Tutto è iniziato nella gara giocata a inizio mese a Verona, contro l’Hellas. Proprio l’avversario contro cui, un girone prima, aveva conosciuto l’esordio dal 1’. Al Bentegodi bastano una manciata di secondi perché il suo sinistro chirurgico e potentissimo trafigga Nicolas, regalandogli la gioia della sua prima rete nel nostro campionato. Un goal da tre punti che, in quel momento, rappresenta il punto più alto di Ünder con la maglia della Roma. Proprio una settimana prima, invece, il turco aveva forse vissuto il passaggio peggiore della sua avventura romanista.

A Genova contro la Sampdoria, nel recupero della terza giornata di Serie A, la Roma rincorreva un pareggio – dopo la rete su rigore di Quagliarella – che arriverà nel finale, grazie a un colpo di testa di Džeko. L’assist? Firmato da Mirko Antonucci, prodotto del vivaio giallorosso, classe ‘99. Il giovane romano entra in campo, quando mancano 15’ al 90°, proprio al posto di Ünder, autore di una prestazione a dir poco impalpabile. Normale che in quel momento, fiocchino le domande dei tifosi: «Ma era necessario spendere tanto per un giovane che appare meno utile di un ragazzo della Primavera?», si domandano in tanti. Perché, giusto ricordarlo, la Roma ha speso 13 milioni e 400 mila euro più i bonus per acquistarlo dai turchi dell’Istanbul Başakşehir.

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