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ROMA-FIORENTINA SOTTOPASSAGGIO. RICOMINCIAMO A PENSARE AL CAMPIONATO, SUBITO.

di Paolo MARCACCI – Un brusio di primavera: questa la definizione di un primo tempo che scade dal disappunto per lo svantaggio firmato da Benassi all’incredulità per il raddoppio di Simeone, che riesce a infilarsi in un varco quasi metafisico, dopo la collisione tra Bruno Peres e Manolas. In mezzo, però, una costante pressione romanista, spesso condita di imprecisioni dalla trequarti in poi.

Fiorentina in ottima condizione fisica, con l’intensità agonistica spinta fin quasi all’aggressività, come dimostrano i cartellini di Hugo e Laurini.
Succede molto di rocambolesco in entrambe le aree; Sportiello in un paio di occasioni sembra avere i guanti insaponati, mentre Alisson, che ha un po’ di responsabilità sul primo gol e un po’ meno sul secondo, non è nella sua giornata di maggior lucidità per quanto riguarda i palloni giocati coi piedi.
Nonostante il 66% di possesso palla, la Roma chiude la prima frazione di gioco evidenziando una certa carenza per quanto concerne la rapidità, d’esecuzione e di pensiero, del centrocampo, che oggi annovera Gonalons tra i titolari. Si sapeva già alla vigilia che non sarebbe stata facile; ora resta da capire se sia rimediabile, viste le incertezze romaniste, sottolineate dallo smarrimento del pubblico.
Si riprende da Schick, che rileva Defrel, e da una conclusione bassa di Dzeko sul primo palo, sulla quale Sportiello esibisce un gran riflesso. Ancora Dzeko, subito dopo, che tenta di girarsi fra maglie toscane. Una Roma più arrabbiata, si direbbe, come evidenzia la gestualità di alcuni giocatori e l’intensificarsi dei ringhi di Strootman. Minuto 52, alto un esterno di Dzeko servito da El Shaarawy. Più impietosi i minuti, che girano troppo veloci, rispetto ai fischi di chi sta perdendo la pazienza. Quando Nainggolan, al minuto 56, scarica addosso a Sportiello un’occasione monumentale nel cuore dell’area, dai mugugni si passa all’incazzatura vera e propria.
Ammonito Dzeko per simulazione al minuto 56; subito dopo Kolarov rileva Manolas e, tra i viola, Gil Dias entra in luogo di Eysseric.
Allo scoccare dell’ora di gioco, comincia a serpeggiare lo scoramento, anche perché la Fiorentina torna a mettere fuori il naso.
Quando Fazio si porta la palla oltre il fondo, al termine di una sortita offensiva, Di Francesco scuote la testa, forse anche pensando ad alcune scelte odierne.
Minuto 67, Florenzi per Strootman.
La Roma preme ma è prevedibile in fase di conclusione: difetto non da poco, quando si è in doppio svantaggio a poco più di venti minuti dal termine. Minuto 68, Pioli toglie Saponara per Milenkovic.
Sul fondo un colpo di testa di Dzeko, al minuto 71. Ancora assist di El Shaarawy.
Punteggiatura di malinconia tra i decibel dei cori della Sud; malintesi in campo; Fiorentina sul velluto. E come sempre, specialità della casa, la sfortuna che si sovrappone alla difficoltà: cross di Florenzi da destra, strepitosa torsione di Schick di testa. Traversa. Vabbè.
Ammonito El Shaarawy al minuto 75: c’era Renzi al governo, l’ultima volta.
Stile Camp Nou, Gonalons complica ulteriormente la vita alla Roma con un retropassaggio sul quale Alisson deve fiondarsi fuori dall’area ad abbattere Simeone. Mamma mia…
Giallo per Kolarov al minuto 84, per proteste.
Sibilano fischi, nel fresco umido che ha spodestato il sole; prende corpo una brutta sconfitta, anche perché ci sarebbe un rigore, ignorato, su Schick.
Si son vinte partite giocando peggio di oggi, ma non è una giustificazione.
5′ di recupero.
Finisce così, dopo un altro cartellino per Bruno Peres, che scalcia Biraghi.
Risultato bugiardo, almeno in parte; però ricominciamo a pensare al campionato, da subito.
Risultato bugiardo, almeno in parte; però ricominciamo a pensare al campionato, da subito.

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