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FLORENZI “Orgoglioso e felice di essermi legato eternamente alla mia città”

Alessandro Florenzi, fresco di rinnovo di contratto, interviene in conferenza stampa da Boston. Ecco le sue parole:

“Partiamo da una cosa semplice, oggi è un giorno felice e importante per me, voglio abbracciare idealmente tutti i tifosi che sono contenti insieme a me di questo rinnovo. Li abbraccio e so che magari ci sono tifosi che stanno così e così, perché pensano che non meritano questo rinnovo per le prestazioni dell’anno scorso. Sto lavorando per fargli cambiare idea, è il mio obiettivo. Ci sono persone a cui invece a prescindere di come posso giocare non va bene che indossi questa maglia. Ho sempre cercato di piacere a tutti e una cosa che mi ha insegnato questa trattativa è che non posso piacere a tutti. E’ una cosa che mi porterò dietro nella vita, non solo nell’ambito calcistico. Non ho la qualità di Francesco e non mi viene riconosciuta la stessa visceralità nella Roma di Daniele. Francesco e Daniele sono due amici fuori dal campo, mi hanno insegnato cosa vuol dire essere di Roma nella Roma. Bisogna dare tutto per questa maglia ed è quello che farò negli anni a venire. Dentro di me penso di aver dato tutto, a volte troppo per la Roma, aver messo a volte il cuore oltre la ragione quando c’era da fermarsi. Tante volte questo mi ha danneggiato e non mi ha fatto giocare per alcuni mesi con questa maglia. Detto questo, sono veramente orgoglioso e felice di essermi legato eternamente alla mia città, nella città eterna”.

Che giocatore hai intenzione di essere nei prossimi anni? In che ruolo?
Voglio essere un esempio per i giocatori che acquisteremo in futuro e quelli acquistati quest’anno. Insieme a me ci sono altri giocatori che possono insegnare cos’è Roma, ma chi più di me e Daniele può farlo? Mi sentirò un giocatore più importante per tutti.

Quanto sei cresciuto e quanto puoi ancora crescere?
Non si finisce mai di crescere e imparare, anche a quarant’anni. Parlo di calcio giocato. Sono cresciuto tanto, ero un bambino con un sogno e sono diventato in carne ed ossa il sogno che volevo essere. A parte un anno, che come uomo mi ha fatto crescere più delle giovanili, che è stato quello di Crotone, bello sotto tutti i punti di vista. Mi ha fatto crescere come uomo, posso solo ringraziare tutti quelli che sono stati vicino a me, gli allenatori che mi hanno dato qualcosa e mi hanno fatto diventare il giocatore che sono oggi.

In che ruolo ti trovi meglio? C’è stato un momento in cui hai pensato di andar via?
La posizione non è compito mio, come ho detto sempre, mi collocherò dove il mister pensa possa dar mano alla squadra, non è un problema. Mi trovo bene terzino, ala, centrocampista, magazziniere, se serve qualcuno in radio (ride, ndr). No direttore sportivo è difficile (ride con Monchi, ndr). La trattativa con la Roma è stata difficile, ci sono tante situazioni una dentro l’altra quando vai a mettere la bilancia, ce n’era una dove c’erano più soldi, ma ha vinto quella meno piena perché qui non c’erano solo i soldi, ma anche l’amore per la città, la maglia, tutto quello che è la Roma per me. E’ stata una scelta semplice.

Ti sei chiesto perché c’è qualche tifoso a cui non piaci?
No. Sinceramente no. Non so se è per quel Roma-Sampdoria dell’anno scorso, dove è stato più volte detto che non si poteva andare sotto al settore. Forse l’unica cosa che potevo fare era salutare da più vicino, arrivando all’area di rigore, ma rischiavamo sanzioni. E’ la legge che lo dice, ma non credo sia stato quello il motivo fulminante. Finché resta al campo giocato, le critiche le prendo sempre in modo costruttivo. Ogni trattativa è a sé, non so, vedremo da oggi come si comporteranno i tifosi, ma sono sicuro che saranno dalla mia parte per quello che ho dimostrato essere per me la Roma.

Che cosa è mancato alla Roma in quel momento difficile in campionato?
Partiamo da una base importante, abbiamo lo stesso allenatore, sappiamo già cosa vuole e abbiamo nella nostra testa cosa vuole da noi in campo in tutte le varie fasi. Partiamo da una base diversa dall’anno scorso, dove parti perché vuoi far vedere a tutti quello che vuoi fare. C’è stato un piccolo calo che ci può stare, sta a noi squadra cercare di non averlo per ambire a qualcosa di importante. Non sto qui a fare proclami o promesse ai tifosi, quello che vogliamo fare quest’anno è cercare di migliorare quello che abbiamo fatto l’anno scorso, sia da una parte che dall’altra. Dobbiamo superare i nostri limiti, se come gruppo abbiamo la stessa unità di intenti, riusciremo a sorpassare gli ostacoli che ci si porranno davanti. Non sarà facile, abbiamo tante squadre che vorranno fare una bella annata come noi, ma abbiamo un grande gruppo che può superare questi ostacoli. Dobbiamo partire da una base, ma non solo noi. Dentro la Roma ci metto giocatori, direttore sportivo, giornalisti e tifosi. Per migliorare a Roma ci vuole equilibrio in tutto quello che si fa e si avranno grandi soddisfazioni.

E’ il contratto della maturità. Ti senti più predisposto a confrontarti con i giovani acquisti?
Ci sono giovani e non giovani. C’è Javier che ha un’esperienza insieme a Ivan veramente importante, porteranno qualità ed esperienza alla squadra. Ci sono tanti giovani bravi che abbiamo preso quest’anno, l’unico problema che ha detto il ds è il tempo. Ci sono giovani a cui non serve, ed è quello che tutti ci auguriamo per Ante, Justin, Willie, Zaniolo. L’equilibrio che può servire a un giovane è che se sbaglia una partita non gli si metta la croce sopra. Allo stesso modo, se Justin alla prima giornata fa tripletta non bisogna dire che è Messi. E’ forte, può sbagliare una partita, e lì servirà da parte della società, dei giocatori e dell’ambiente farlo sentire non solo un giocatore, ma anche un uomo e un uomo può sbagliare. Ci può stare che un giovane possa sbagliare una partita, abbiamo tanti giovani forti e speriamo si ambientino velocemente e che non ci saranno problemi di mettere croci sopra ai giocatori.

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