CAMPIONATOSTORIA DI IERI di Diego AngelinoTOP

MILAN-ROMA. “Storia di ieri”, riflessioni del giorno dopo…

di Diego ANGELINO –  Alla vigilia della gara avrei firmato per il pareggio. Ero conscio di una Roma che, se non indebolita rispetto a un anno fa, ha di certo meno certezze.

Lo sa bene anche Di Francesco, presunto integralista, che cambia ancora modulo passando a tre (cinque) dietro: più che per paura dell’avversario, direi per le condizioni della propria squadra.

La cessione di Strootman toglie soluzioni, oltre che personalità, alla Roma e qualcosa si deve modificare: col senno di poi, ovviamente, sarebbe stato meglio partire subito col 4-2-3-1. Modulo che, probabilmente, si dovrà adottare nel corso della stagione.

Di fronte a un Milan semplicemente lineare, i giallorossi avrebbero dovuto arrivare sullo 0-0 all’intervallo: come in centinaia di altre occasioni, invece, ecco il goal subìto a ridosso del riposo.

L’ingresso di El Shaarawy dà brio a una Roma più quadrata che però si porta dietro una serie di problemi: si vede che Karsdorp ha giocato praticamente tre partite in 18 mesi; si sa che Pastore (che pure aveva fatto un buon lavoro su Biglia) vive di lunghe pause; è evidente, infine, che Olsen debba ancora capire molto del suo posizionamento con una difesa alta, oltre che lavorare sulle prese.

C’è poi Kolarov che non gira, Nzonzi che passa da eroe di serata a colpevole della sconfitta per il goal di Cutrone (sebbene per me, come detto da Di Francesco, abbia grandi responsabilità anche De Rossi, che scappa dietro ai propri difensori tenendo pure in gioco l’attaccante), Schick che resta ancora incompiuto.

Nel contesto di una partita (che potevi vincere al 92’, con Džeko) da valutare con grande attenzione, non mancano decine di errori gratuiti e di scelte facili sbagliate, che esulano da moduli o da posizioni in campo dei singoli giocatori.

La Roma ha già perso almeno tre punti in due partite e ora, per forza di cose, al centro delle critiche finisce per me il meno colpevole: l’allenatore, che si è visto smontare la squadra che aveva raggiunto la semifinale di Champions e che si trova, in pratica, a rifare il precampionato con la stagione in corso.

Il consiglio per Di Francesco, brava persona e molto più romanista di tanti altri che nel tempo l’hanno sbandierato, è di fare le cose semplici: 4-2-3-1, in mezzo Pellegrini insieme a De Rossi o Nzonzi e Cristante in concorrenza con Pastore per giocare dietro al centravanti.

Servirebbe poi sostegno chiaro, costante e ripetuto al tecnico da parte di società e dirigenti: vedremo come si comporteranno.

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