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RANIERI “Eravamo venuti qua per vincere. Nel secondo tempo troppo schiacciati”

Il mister giallorosso Claudio Ranieri ha commentato il pareggio della Roma sul campo dell’Inter di Spalletti. Queste le sue parole a Sky Sport:

Potevate capitalizzare meglio? 
Eravamo venuti qui per cercare di vincere, potevamo capitalizzare di più e attaccare meglio. Siamo stati troppo schiacciati nella nostra metà campo nel secondo tempo, l’Inter è stata brava a non farci ripartire facendo fallo. Ma venire a San Siro prendendo un punto e cercare di vincerla ci può stare.

Perché un secondo tempo così diverso? 
Non tanto un calo fisico, sappiamo che l’Inter negli ultimi 15 minuti è una delle squadre che ha fatto più gol, sapevamo che il secondo tempo sarebbe stata più dura. Abbiamo risposto per quel che potevamo, ho chiesto ai ragazzi di giocare senza paura, di voglia di far vedere che ci siamo.

I difensori bene nell’uomo contro uomo, a cosa mi dice sul gol? 
Ne avevamo parlato, Vecino era l’uomo che si inseriva sempre senza palla e doveva inseguirlo un centrocampista. Zaniolo non ha queste caratteristiche, Florenzi ha preso quello più vicino alla porta lasciando quello più esterno. (Rivede le immagini e si corregge, ndr) Doveva essere Cristante, non Zaniolo. Ne avevamo parlato a fine primo tempo.

La Roma ora gioca da squadra… 
E’ un complimento che mi fa piacere, è quello che gli chiedo. Di essere squadra, compatti. Se abbiamo forza tiriamo fuori le nostre qualità che non sono poche, abbiamo gente forte sugli esterni, ho dovuto cambiare dopo 20 minuti perché giocavo con Pellegrini dietro Dzeko ma ci facevano male dietro le linee quindi sono passato al 4-3-3.

Gli esterni dovevano rimanere così bassi? Non c’è una via di mezzo? 
E’ quello che vorremmo fare (ride, ndr). Quando faccio la formazione mi dicono quanto minutaggio hanno i giocatori, mi piacerebbe fare tante cose ma faccio quello che posso in questo momento.

Perché c’è un ritmo diverso tra Italia e Inghilterra? 
Credo sia la pressione psicologica che blocca giocatori e allenatori. Lì c’è meno tattica e meno allenamento, ma in campo spingono tutti a 3mila all’ora. E’ cultura. Chi gioca in Inghilterra, se si adatta resta là, sennò va via. Questo è il loro segreto, non hanno pressione. A Leicester quasi nessuno dei miei giocatori viveva in città, ho fatto costruire io la sala mensa allo stadio. C’è meno stress psicologico, ti pesa di meno tutto. Io non ho cambiato tanto gli allenamenti da lì a qui.

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