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ROMA-CAGLIARI. A PRIMA VISTA… di Paolo MARCACCI

Pomeriggi così servirebbero a combattere l’ipertensione, nel senso che i ritmi e la tranquillità del doppio vantaggio presto acquisito rallentano i battiti e regolarizzano la pressione, minima e massima: massima importanza quella del risultato per la Roma, minima soglia sindacale di agonismo quella di un Cagliari rilassato e piacevolmente manovriero – in teoria – quando Joao Pedro riesce a palleggiare tra le linee innescando Pavoletti.

L’unico sussulto è quello che molti accusano alla lettura dell’undici titolare, con Pastore presente assieme a Kluivert ed El Shaarawy alle spalle di Dzeko.

Dopo la carambola tra il palo e il braccio destro di Cragno, reattivo ma non salvifico, che porta la firma di Fazio sul tabellone, proprio Pastore trova il colpo da biliardo che sussurra un fremito di rete accanto al palo alla sinistra del portiere cagliaritano, papabile romanista per la stagione ventura.

El Shaarawy oggi scrive percussioni su percussioni in bella calligrafia tecnica: indipendentemente dalla soglia di difficoltà odierna, è facile prevedere che questo finale di stagione possa appartenergli, a livello di incidenza sulle prossime partite, per un rush finale che, per una serie di fattori e coincidenze, potrebbe arridere alla causa romanista per il presente, per il futuro e non solo per quanto riguarda le casse societarie.

Il tempo si chiude con un velo da prestidigitazione calcistica proprio di El Shaarawy, che apre il corridoio a Pastore per la doppietta personale: alta la conclusione, ma anche i decibel degli applausi.

Nota a margine, ma neanche tanto, all’inizio della ripresa: oggi abbiamo sentito solamente applausi per Alessandro Florenzi. Tutto serve, verso l’obiettivo.
Dopo dieci minuti nel corso della ripresa, contiamo già un palo di El Shaarawy da sinistra, con interno destro a girare e una conclusione di Pellegrini sul fondo, dopo una triangolazione con accelerazione improvvisa.

Minuto 62: ammonito Pisacane del Cagliari, per un fallo su El Shaarawy all’altezza della lunetta. Un minuto dopo, fuori Pastore per Perotti: ovazione per il Flaco.

Minuto 68: Deiola per Birsa nel Cagliari.
Ritmi forse troppo bassi negli ultimi venti minuti , si sospetta persino un sussulto cagliaritano; però al minuto 73 Kluivert accelera sull’out destro e piazza un cross a rientrare per la testa di El Shaarawy che schiaccia a terra: riflesso gattopardesco di Cragno, stavolta. Poi El Shaarawy cede, o è costretto a cedere, il posto a Ünder: ragionevole la stizza, si stava divertendo; però il turchetto va recuperato a livello di condizione.

Menzione di merito per i palloni lavorati da Edin Dzeko: tecnica sopraffina con viso ora disteso.

Batti e ribatti, Cragno e ri-Cragno, arriva il tre a zero di Kolarov, rocambolesco quel tanto che basta per caricare il boato. In sequenza, arriva Coric per Kluivert.

Dopo 3’ di recupero, con una percussione di Barella in verticale che apre lo spazio a un diagonale di Thereau, subentrato a Joao Pedro, Manganiello manda tutti a casa, tra gli applausi dell’Olimpico, provocati anche dall’inquadratura col volto di Totti. A proposito: la cosa più importante di oggi? Le sue dichiarazioni nel prepartita. Da leggere, anche tra le righe.

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