SO’ CONFUCIO di Paolo MARCACCITOP

SO’ CONFUCIO di Paolo MARCACCI

C’è un qualcosa che oggettivamente commuove; non può non commuovere, in questo laboratoriale pre-campionato giallorosso: è la dedizione dei tifosi; i numeri con cui la suffragano a cominciare dalle presenze in amichevoli di vario livello e vario cabotaggio in trasferta

Pensare che erano 400 a Lille, dicasi 400 e che in assoluto non hanno fatto mai mancare la loro presenza anche a livello di decibel in ognuna delle amichevoli, indipendentemente dal livello di difficoltà e dal prestigio dell’avversario, come dicevamo, è un dato che va rapportato al presente e al passato recente e forse soprattutto alle attuali incertezze tecniche circa il futuro. Anche a Perugia ieri sera gli unici pezzi del “Renato Curi” che si mostravano gremiti lo erano per merito dei romanisti. 

Perché la gente della Roma lo scorso anno ne ha viste davvero di tutti colori e non ha visto nemmeno quello che era il minimo sindacale attendersi dal punto di vista dell’impegno, della soglia agonistica, in troppe partite. 

È come se i tifosi riuscissero a soprassedere, ancora una volta, su una realtà tecnica che autorizza, semmai li autorizza, sogni tecnici limitati e aspettative realistiche circa l’arrivo di nuovi giocatori. È come se volessero ribadire che tante figure passano, ma che la Roma intesa come entità appartiene e apparterrà alla sua gente. 

In un momento in cui tutto è in divenire, insomma, per trovare certezze bisogna ancora guardare verso gli spalti.

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