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ROMA-ATALANTA. A PRIMA VISTA… di Paolo MARCACCI

Fonseca italianizzato? Di sicuro, per quanto attiene ai contrappesi dialettici che viene applicando di conferenza in conferenza. Italianista, nel senso più tradizionale del termine, mai, a meno che non si voglia scambiare, come qualcuno tenta di fare maldestramente, la ricerca di equilibrio con una sorta di involuzione catenacciara. Fate i bravi. 

La sfida tra Roma e Atalanta è innanzitutto quella tra due allenatori che possiamo definire “giochisti”, con un neologismo così così. Di certo la differenza reti di entrambe depone a favore di una gara caratterizzata da occasioni su entrambi i fronti, segnature numerose e giocate di qualità sull’una come sull’altra trequarti. Tutto questo, però, sulla carta. Di certo Paulo Fonseca mantiene invariata la coppia mediana davanti alla difesa, con Mister Equilibrio Brian Cristante accanto al “tuttocampista” (nonché funambolo in occasione delle segnature giallorosse, come abbiamo avuto modo di vedere a Bologna) Jordan Veretout. 

Si resta a quattro, in difesa, almeno per stasera; arriva però la curiosità di rivedere e ritrovare Florenzi alto a destra, con Zaniolo sull’altra corsia e l’ormai definitivamente cartesiano Pellegrini in mezzo, dietro al padrone del tempo, anche quello quasi scaduto, ossia Edin Dzeko. 

I contenuti del primo tempo? Uno zero a zero che si lascia guardare, tatticamente intrigante e con la palla spesso coccolata nei trenta metri, quando sia la Roma che l’Atalanta cercano di creare gli spazi dove lanciare il pallone. Gli uomini di Gasperini prediligono il fraseggio palla a terra e il tracciante rasoterra all’indirizzo degli scatti del Papu, o delle incursioni di Hateboer, Castagne e De Roon. Ilicic è, tra gli uomini di Gasperini, quello che letteralmente riempie la metà campo della Roma. Col passare dei minuti, emerge il mestiere di Smalling, nella scelta di tempo degli interventi, sia quelli di testa che quelli palla a terra. Altra menzione per Spinazzola, i cui strappi fanno sì che le transizioni offensive della Roma si consumino tutte sul suo lato. Aspettando Florenzi. Quando Irrati alza il cartellino contro la Roma, dopo quello contro Kjaer, un po’ come Giulietta ci chiediamo tutti: Zaniolo, perché sei (sempre) tu, Zaniolo? Ma anche, al tempo stesso: possibile che al primo fallo ormai venga sempre ammonito? 

Ricomincia e prosegue all’insegna dell’equilibrio, ma un’incursionde di Zaniolo da destra, con dribbling finale che fa alzare tutti dal seggiolino per poi implodere la conclusione addosso a Palomino.Era in programma l’ingresso di Zapata? Sì, secondo noi, perché Gasperini cala i chili e i centimetri del colombiano nel momento nevralgico. Ancora più nevralgico il minutaggio del gol del vantaggio orobico, dello stesso Zapata: il minuto settanta. Da dieci minuti, l’Atalanta si era presa un po’ troppo campo. Cerca di restare viva la Roma, pur con i cambi non decisivi, compreso Kalinic, che aggiunge pochissimo al pochino di Mkhitaryan.

Raddoppia poi l’Atalanta, suffragando il dominio e la persistenza di una migliore condizione. 

Ora speriamo non inizi il gioco al massacro, alla prima, vera contrarietà. E ci sarà anche chi si ricorderà di rimpiangere Gasperini, ora. A maggior ragione, forza Fonseca, anche se forse un po’ di “braccino” stasera lo ha penalizzato.

Bravo Smalling. 

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