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MILAN-ROMA. A PRIMA VISTA… di Paolo MARCACCI

C’è Karsdorp, nella Roma; ci può stare, perché negli ultimi tempi, seppure a intermittenza, qualcosa di lui si è visto. Detto ciò, almeno a giudizio di chi scrive, Santon avrebbe meritato la riconferma, per una certa continuità prestazionale. Tutto ciò, detto prima della gara, quando ogni supposizione è destinata a svanire al fischio d’inizio. 

Tutto il resto è confermato, a partire dalla triade difensiva giovanissima per finire con quella d’attacco (Mkhitaryan e Pedro dietro a Dzeko) stagionata e prestigiosa. Si può fare: è legittimato a pensarlo il Milan, per i numeri (nove gol presi, uno subito) ancora di più che per il momentaneo primato di classifica. Può permettersi di pensarlo anche la Roma, per la qualità complessiva disseminata da Mirante in su. 

Tutta una settimana a parlare dell’assenza di Calhanoglu, poi il turco recupera e Donnarumma deve stare a casa, con l’inedito (non per il campionato italiano ma per il Milan) Tatarusanu tra i pali. Variante da valutare, dall’incidenza però presumibile. 

Primo tempo godibile, tra errori e qualità, con la mediana della Roma che spesso favorisce le incursioni di Kessie e compagni lasciando spazi troppo ampi; un errore di posizionamento difensivo, Kumbulla in testa, porta al vantaggio del Milan; un errore più personale, ossia l’uscita improvvida di Tatarusanu, con concorso di colpa di Romagnoli, per il pareggio di testa di Dzeko. 

Sensazioni: Pellegrini dà il meglio di sé negli ultimi venticinque metri, soprattutto quando può agire rasoterra in rifinitura. 

Delittuoso l’atteggiamento di Karsdorp sulla percussione di Leao, in apertura di ripresa: ha tempo anche di prendere il caffè, prima di servire Saelemakers. 

Dopo i due terzi di gara, quando il Milan perde Kessie, arriva Bruno Peres in luogo dell’olandese. 

L’unico ad accendersi, invertendo il trend del rendimento da primo a secondo tempo, è Mkhitaryan: da una sua iniziativa a destra nasce l’impatto, lieve, tra Bennacer e Pedro. Rigorino. 

Ancora più rigorino quello per il Milan: Giacomelli arrogante e disastroso. Inesistente il contatto tra Mancini e Calhanoglu. Poi, cartellini a pioggia, sintomo come sempre di partita sfuggita di mano. 

Che peccato. Il Milan potrebbe averla anche meritata, la vittoria. Così, però, risulterebbe falsato il risultato per chi vince e chi perde. 

E invece no: angolo per la Roma, assist involontario di…Ibra e Kumbulla fa tre a tre. Favore restituito rispetto all’uno a zero.

Mamma mia! Autostima romanista accresciuta, alla fine. E, con un po’ di lucidità in più nel finale… 

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