A PRIMA VISTACOPPE EUROPEETOP

CLUJ-ROMA. A PRIMA VISTA… di Paolo MARCACCI

In un modo o nell’altro c’è un calcio che deve andare avanti senza di te; sapendo, prima, che non potrà mai essere la stessa cosa, senza te ad abitare nello stesso pianeta; ad abitarci dentro in un modo o nell’altro. Non c’è dedica più bella, Diego.
Ecco perché stavolta, più che di silenzio, è un minuto di dolore.

In Transilvania per ratificare il dominio sul girone; per archiviare quasi del tutto una pratica che con la gara d’andata ha ristabilito valori e proporzioni nel Gruppo A.

Roma da allestire con un occhio all’infermeria e uno al gran soirée dello Stadio – ancora per poco – San Paolo, domenica prossima.

Che partita è, questa nella nebbiolina dello stadio Radulescu? Un primo tempo dominante, della Roma, ma poco concludente, verso la porta. Mancano, del resto, alcuni signori che dalla media distanza fanno spesso la differenza. Diawara compassato, ma nel vivo del fraseggio. Bruno Peres volitivo, sul suo lato, piuttosto anonimo Carles Perez.

Secondo tempo: Veretout per Pellegrini, cominciano i piani in vista di Napoli e al tempo stesso bisogna sbloccarla per portarla a casa e sistemare il girone.

Detto, fatto: punizione del francese tagliata in mezzo e autogol di Debeljhu. Raddoppio su rigore sempre grazie al suo destro.
Roma, poi, più riconoscibile negli avvicendamenti: Mkhitaryan, Dzeko e coscia di Spinazzola al caldo.

Un diligente Juan Jesus, un Cristante essenziale per l’amministrazione di palla, soprattutto a un tocco. Speriamo alla fine non si sia fatto nulla, perché per Napoli resta una soluzione.

Che altro? Ah, sì: gran bel giocatore Villar. Non giocatorino, giocatore.

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