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CAGLIARI-ROMA. A PRIMA VISTA… di Paolo MARCACCI

Per la classifica, per qualche residua velleità di classifica, per disputare un finale decoroso e stare a vedere quello che può ancora accadere agli altri? O, più probabilmente, per cercare di capire come stiano davvero gli uomini tornati disponibili, a cominciare da Smalling, in vista di Manchester – Roma? Propendiamo per questa ultima possibilità, ma questo poco importa. Conta come e quanto voglia giocarla oggi Fonseca e di conseguenza la Roma, che alla dignità prestazionale e a un ritorno agonistico più che degno aveva devoluto il finale di gara con l’Atalanta, dopo il secondo tempo non accettabile né giustificabile di Torino.

Proprio alla gara contro i granata ripensiamo, istintivamente, quando arriva il vantaggio dei sardi, con un’azione avvolgente, quasi indisturbata nel suo dispiegarsi fino alla rete di Lykogiannis; poi, la Roma diventa decente, quindi a che pericolosa: Carles Perez merita la firma perché ha dimostrato sin dall’inizio della gara di avere la fame di chi vuole giocarsi in maniera proficua la propria chance. Non di tutti i giocatori scelti oggi da Fonseca possiamo dire la stessa cosa.

Che la Roma sia “vera” dal punto di vista dell’impegno lo dice il fatto che il Cagliari a metà primo tempo capisce che non basta sistemarsi bene con le linee per portare a casa i tre punti, oggi. E ci vogliono anche i guanti di Vicario – anzi, ViCragno – per evitare il raddoppio giallorosso, nel primo tempo.

Il secondo tempo? L’atteggiamento della Roma si fa via via svagato, con il Cagliari famelico dopo il doppio vantaggio. Anche quando Fazio, con un gran colpo di testa svettante su Godìn, riapre in parte la contesa.

Ora, premesso che abbiamo tutti la testa a Manchester (anche se questo non dovrebbe riguardare i giocatori), certi episodi e certi gol incassati non dovrebbero finire nel bagaglio di una squadra che voglia dirsi grande e nemmeno di un tecnico che, anche se andrà via, non meriterebbe di lasciare con certi numeri e con una posizione di classifica che si profila anonima e straordinariamente deludente, al momento.

Accantoniamo certi discorsi perlomeno fino a giovedì; dovremo prima o poi tornare a farli, per avere un definitivo giudizio sulla stagione, la guida tecnica e l’effettiva importanza di più di un giocatore.

Ora, Manchester.

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