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LORIS BONI “Prevedo una partita molto combattuta tra le due squadre del mio cuore”

Di Franco BOVAIO – Loris Boni, doppio ex di Sampdoria e Roma. Mediano dai capelli lunghi e biondi come i baffi, che lo facevano assomigliare ad un vichingo. Ancora oggi molto amato da entrambe le tifoserie delle due squadre per la generosità e l’attaccamento alla maglia che metteva in ogni partita. Lo abbiamo sentito per questo per il Sampdoria-Roma di domenica.

Allora, Loris, per chi tiferai?

“Difficile rispondere, diciamo che mi auguro di vedere una bella partita e che vinca chi si dimostrerà migliore in campo. Sono due squadre che mi hanno dato tantissimo e non posso scegliere l’una o l’altra, rinnegare la Samp o la Roma. Le sento entrambe a pelle. Il mio legame con loro è una fatto epidermico. Ho giocato quattro anni in blucerchiato e quattro in giallorosso e sono stati anni indimenticabili per le tante cose che ho vissuto. Dunque ti dico che domenica spero di vedere che abbiano fatto entrambe dei progressi e che penso che sarà una partita molto combattuta, perché tutte e due hanno ritrovato il morale e anche il gioco”.

Se ti chiedo un pronostico che mi rispondi?

“Che è difficile farlo perché è una partita complicata da prevedere. Se la Roma ripeterà la gara che ha fatto contro la Lazio allora potrà avere l’impatto sulla partita a suo favore. Anche se va detto, per onestà, che nel derby la Lazio l’ho vista malissimo, inesistente per 95 minuti, scarica, al punto che non ha mai lottato per cambiare il corso della partita. La Samp, dal canto suo, deve fare un risultato positivo per tirarsi fuori dalle sabbie mobili della bassa classifica, dunque lotterà con tutte le sue forze per trovare al più presto quei punti che vogliono dire salvezza”.

Secondo te, cosa manca o è mancato alla Roma in questa stagione?

“La continuità. Quella che adesso deve dimostrare di avere dopo la bella vittoria nel derby. La Roma deve fare bene domenica e poi in Conference, perché se vuole raggiungere obiettivi importanti deve avere quella continuità di rendimento che quest’anno le è sempre mancata. Da ex e anche tifoso della Roma, vorrei veder giocare la stessa squadra per cinque/sei partite di seguito, in modo tale che il gruppo, in campo, trovi la suddetta continuità di rendimento e l’intesa. La Roma ha cambiato sempre troppo, non ha mai trovato il gruppo giusto che potesse esprimersi al meglio. Troppi cambi di giocatori nell’undici titolare e troppi, conseguenti, cambi di modulo hanno generato confusione”.

Hai parlato più volte del derby che la Roma ha vinto prima della sosta. Tu che li hai vissuti entrambi, ci dici quali sono le analogie e le differenze tra quelli della Capitale e quelli di Genova?

“Anzitutto va detto che hanno entrambi lo stesso calore e che si tratta di derby bellissimi da giocare e da vivere. A Genova questo calore si sente a livello epidermico e porta le due squadre a confrontarsi su un doppio piano: quello passato, che vede la grandezza del Genoa con tutti i suoi storici scudetti e quello presente, sul quale è più vincente la Samp, che rispetto ai rossoblu, negli ultimi decenni, è stata anche più spesso in A. Purtroppo sono due partite che decidono solo il predominio dell’una o dell’altra sulla città, non altri traguardi più ambiziosi. Ma è un derby che in campionato ci deve stare sempre e da doriano ti dico che, per questo, spero che le due squadre restino sempre in A. La differenza con Roma è che nella settimana precedente al derby a Genova la gente è un po’ più tranquilla e il suo modo di fare rispecchia bene il carattere dei liguri, che è meno dimostrativo ed esplosivo di quello dei romani. A Roma, invece, il calore che precede il derby è pazzesco, lo avverti già quindici giorni prima. Per le strade vedi la gente che è coinvolta in un modo bestiale. Se poi, per caso, incontrano un giocatore lo osannano all’inverosimile per caricarlo in vista della partita con i rivali di sempre. E se vinci sai bene cosa succede. Posso ben immaginare tutta la felicità dei romanisti dopo il 3-0 rifilato alla Lazio nell’ultimo derby”.