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Tutto il resto è Joya

(LA REPUBBLICA) C’è un momento preciso in cui Paulo Dybala ha cominciato a vedere il suo futuro in giallorosso. Era il 10 luglio: il general manager romanista Tiago Pinto ha incontrato gli intermediari dell’affare e consegnato un regalo per Paulo. Una maglia della Roma, con il suo nome ed il numero 10. Ventidue anni dopo Batistuta, un altro argentino infiamma la capitale. Il sì alla Roma di Dybala – assistito da Jorge Antun e Carlos Novel, decisivo il lavoro di tessitura dell’agente Fabrizio De Vecchi è arrivato nella notte di domenica. Una cena con Pinto e la telefonata con Mourinho: “Arrivo”.

Una maglia bianca, pantaloncini rossi e il sorriso di chi ha saputo resistere all’ultima tentazione di Marotta, che negli istanti prima del sì aveva tentato disperatamente di convincerlo ad aspettare l’Inter, così si è presentato Paulo Dybala all’Aeroporto di Faro. Per legarsi, ha ottenuto una clausola rescissoria: tra un anno basteranno 20 milioni di euro per portarlo via, ma c’è la promessa della centralità nel progetto e proprio Mourinho è la garanzia su questa crescita, la power unit che la famiglia Friedkin ha inserito nel motore della squadra per agevolare sorpassi rapidi su chi le sta davanti. L”arrivo di Dybala da un lato renderebbe meno dolorosa la possibile cessione di Zaniolo cessione dell’azzurro, dall’altra accende il sogno di vederlo insieme a Paulo e Abraham davanti a Pellegrini.