SAMPDORIA-ROMA 0-1. Il “Pagellario” di Franco Bovaio
La Roma soffre fino al 96’ contro la Sampdoria ultima in classifica e vince con tanta determinazione una partita difficile, dura, combattuta, tignosa e concreta. Molto concreta. Tanto che i migliori in campo, secondo noi, sono stati i più concreti che la Roma ha in rosa (per loro sono tutti 7 in pagella): Smalling, come al solito; Cristante, combattente ed equilibratore di centrocampo; il duo Mancini-Ibanez, che nulla hanno concesso agli attaccanti doriani. Tanto che a Rui Patricio (6) diamo la sufficienza per non dargli un senza voto. Poco impegnato per merito dei compagni di reparto succitati e anche per la pochezza della Samp. Anche Camara (6,5) ha giocato una gara di grande lotta e impegno fisico, ma qualche imprecisione nei passaggi gli abbassa un po’ il voto.
Bene gli esterni, Zalewski (6) ed il redivivo El Shaarawy (6), ma poco incisivi nelle azioni offensive. Pellegrini (6,5) ha cantato, portato la croce, preso tanti calci e segnato il rigore della vittoria. Bene, non benissimo, ma con tutte le botte che ha preso … Comprensibile.
E veniamo agli attaccanti: meglio Belotti (6,5) di Abraham (6), che comunque si è impegnato e ha provato a dialogare con il compagno di reparto. Intesa da migliorare, ma la strada può essere giusta. In attesa di Dybala, ovviamente. Con la coppia in campo chi ci rimette è Zaniolo (5,5), che non ci è piaciuto quando è entrato perché continua a provare a vincere le partite da solo e non giocando con i compagni. Meglio Bove (6), che si è calato nella contesa e ha provato a mettere fosforo a centrocampo. Come Spinazzola (6), pronto alla pugna (come si sarebbe detto una volta), come Matic (6) e come Karsdorp (6), che abbiamo rivisto volentieri in campo.
Infine Mourinho (6,5). Ripropone la Roma con due punte e fa bene, chiede grinta alla squadra e la ottiene, vince come è abituato a fare (6 vittorie su 7 la Roma le ha conquistate di misura) e porta la squadra a conquistare la terza vittoria consecutiva e al quarto posto. Ha ragione lui. Perché i suoi lottano con il coltello tra i denti. Sempre.