CAMPIONATOSTORIA DI IERI di Diego AngelinoTOP

SPEZIA-ROMA. “Storia di ieri”, riflessioni del giorno dopo…

di Diego ANGELINO – La Roma di Mourinho c’è. In una domenica che rischiava di essere condizionata dall’affaire Zaniolo, si rivedono invece i giallorossi migliori: interpreti abili a sfruttare gli errori altrui; una fase difensiva da zero occasioni avversarie. 

Il tutto nonostante un Sozza imbarazzante, che dimentica cartellini ed espulsioni per gli avversari (per me, inoltre, l’intervento su Zalewski è comunque da rigore) ma è velocissimo nell’ammonire lo staff tecnico romanista e il diffidato Çelik, autore di un fallo assolutamente veniale.

C’è El Shaarawy per Zaniolo e si vede subito che è in una delle serate giuste: suoi i primi tiri verso la porta avversaria; suo il goal del vantaggio: Amian va a raddoppiare di testa su Abraham, servendo così non solo, involontariamente, El Shaarawy ma liberando pure Dybala dalla marcatura. 

L’argentino s’invola verso la porta e – da campione – sceglie l’assist per il numero 92, che insacca. La mente corre a Shomurodov contro il Sassuolo, che con Zaniolo libero in area, in una situazione quasi identica, calcia centrando Consigli.

Nemmeno il tempo di permettere allo Spezia di riorganizzarsi, che la Roma fa il secondo. La giocata di classe di Abraham ci riporta ai momenti migliori della scorsa stagione dell’inglese: anche qui il pensiero vola all’occasione che lo stesso numero 9 fallì contro l’Atalanta, lo scorso settembre. Il giocatore attuale è, per fortuna, lontano parente di quello che ha iniziato la stagione 2022-2023.

La Roma fa finire praticamente al minuto 49 la partita. Match dove funziona – molto meglio rispetto ad altre occasioni – la coppia Matic-Cristante, col secondo che, tolti un paio di palloni persi nel finale, sporca ogni trama di gioco avversaria.

Una delle migliori prove della carriera di Zalewski, ieri. Fa quello che, personalmente mi aspetto da lui: puntare gli avversari e saltarli, andando al tiro ogni volta che è possibile. E, soprattutto, nessun pallone dato indietro. 

Due partite senza Zaniolo, 4 goal su azione: penso sia, sinceramente, un caso e che a determinarli abbiano contribuito il ritorno di Dybala e un Abraham di nuovo ai suoi livelli migliori. 

37 punti alla fine del girone di andata significano un +5 sulla classifica della scorsa stagione e un ipotetico – facendo più o meno lo stesso percorso – 74 finale. Un anno fa, la Juve colse la qualificazione Champions, da quarta, con 70 punti. 

Al termine della partita Mourinho, affrontando il tema Zaniolo, ha fatto capire ancora una volta come si debba fare l’impossibile per andare nella direzione che vuole lui: perdere un patrimonio del genere – per i Friedkin, bravissimi a portarlo – sarebbe davvero delittuoso.