CAMPIONATOSTORIA DI IERI di Diego AngelinoTOP

LECCE-ROMA. “Storia di ieri”, riflessioni del giorno dopo…

di Diego ANGELINO – Un punto per me guadagnato, in un pomeriggio reso ancora più insidioso dal solito Aureliano: licenza di picchiare concessa ai padroni di casa, che incredibilmente finiscono la gara in 11.

L’andazzo del fischietto, già disastroso per la
Roma lo scorso anno a Venezia – e al Var di Milan-Roma, gennaio 2022 – si era capito dopo pochissimo: fallo di mano di Baschirotto segnalato dal guardalinee; lui concede solo la rimessa laterale.

Alla Roma credo si possa imputare poco: anche i puristi del bel giuoco avranno contato le occasioni create e fallite soprattutto per merito del solito portiere di fede romanista, che si esalta contro i giallorossi.

La formazione è quella titolare, che Mou cercherà di mettere ogni volta che potrà: a Lecce si arrivava da una settimana di riposo; già tra Salisburgo e Verona ci saranno appena tre giorni, quindi sarà obbligatorio un po’ di turnover.

Quello che sembra spaventare, non a torto, l’allenatore portoghese: anche ieri, detto del bentornato (finalmente) a Wijnaldum, pochi minuti per Belotti e Solbakken: il norvegese, dopo un buon movimento appena entrato, spedisce un pallone in fallo laterale col proprio piede, non pressato praticamente da nessuno.

Divide, come sempre, Pellegrini: secondo tempo in vistoso calo; primo, per me, di buona qualità e movimento, segno di qualche allenamento in più nelle gambe, considerando le ultime due-tre uscite in cui era praticamente fermo.

Cose buone da portar via, oltre al punto? La prova di Dybala, il fatto che Hjulmand non gli abbia provocato un grave infortunio, il suo andare subito a prender palla dal fondo della rete dopo il goal dell’1-1: quella mentalità di cui parla Mourinho.

Positiva, seppur senza segnare, la prestazione di Abraham: più volte vicino al goal, un grande assist per El Shaarawy, ipnotizzato da Falcone.

Giovedì, la coppa: la rosa è corta e servirà davvero un grande sforzo per andare (un po’) avanti in Europa restando, al contempo, nel gruppo delle pretendenti alla prossima Champions.