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DIVAGAZIONI ROMANISTE… La Coppa dell’addio

di Franco BOVAIO – In questa calda domenica di giugno, spulciando tra gli archivi fotografici della rivista, abbiamo trovato questa bella foto di Agostino, il nostro capitano per sempre, che alza al cielo la Coppa Italia dell’84 dopo la sua ultima partita con la Roma. Che coincise proprio con quella finale di ritorno contro il Verona che regalò alla sua squadra tanto amata quel trofeo. L’ultimo della sua carriera in giallorosso, che se fosse stato per lui non sarebbe mai finita. Ma nel futuro c’era Eriksson, che amava il gioco veloce e i calciatori più veloci del gioco che voleva fare. E Agostino non era certo uno di quelli con queste caratteristiche. Così seguì il suo maestro Liedholm al Milan.

Agostino, come tutti noi che eravamo allo stadio, sapeva che era arrivato alla sera dei saluti con il suo popolo, la sua città e la sua squadra. E quando alzò la Coppa al cielo, non riuscì ad esprimere tutta la gioia della conquista, ma solo un sorriso appena abbozzato, come si vede dalla foto. Un sorriso dolce e amaro allo stesso tempo, di quelli che erano tipicamente suoi, dovuto anche al fatto che in quel momento stava pensando all’altra coppa, ben più importante, che avrebbe voluto sollevare verso il cielo dello Stadio Olimpico poco tempo prima. Quella Coppa dei Campioni che avevamo perso nella maledetta finale contro il Liverpool del 30 maggio 1984. Ventisette giorni prima di quel 26 giugno di trentotto anni fa in cui la Roma, pur se ferita da quella sconfitta lancinante contro gli inglesi e dagli addii ormai certi di due pilastri come l’allenatore e il capitano, seppe riuscire a trovare le forze per vincere la terza Coppa Italia dell’era Viola.