DIVAGAZIONI ROMANISTETOP

Mancini, il nostro Materazzi

DIVAGAZIONI ROMANISTE di Franco BOVAIO – In settimana, a Lamporecchio, cittadina in provincia di Pistoia, si è svolto il “Gianluca Mancini Day”. Una serata in onore del forte difensore della Roma amato dai tifosi e intervenuto alla manifestazione con grande entusiasmo e cordialità nei confronti di tutti i presenti. Compresi i soci del Roma Club Pistoia e tanti altri romanisti della zona, con i quali ha fatto selfie e si è scambiato abbracci e strette di mano ricambiando così tutto l’affetto che gli hanno dimostrato.

Per loro (e anche per noi) Gianluca Mancini è ormai un simbolo della nostra squadra, nella quale è diventato quello che fu Materazzi nell’Inter (sempre di Mourinho), tanto per capirci. Un difensore tosto, cattivo, grintoso, anche attaccabrighe e scontroso, ma sempre pronto a difendere la squadra e i compagni e a dare tutto per la maglia che indossa. Un leader neanche troppo silenzioso dello spogliatoio (anzi) e un calciatore nel quale ogni romanista si identifica proprio per il suo modo di stare in campo e di lottare per quella maglia giallorossa che indossa, che lo fa essere amatissimo dai propri sostenitori e odiato da quelli delle altre squadre, che attraverso i social hanno sfogato tutto il loro livore verso il nostro vice-capitano dopo il rigore che ha sbagliato contro il Siviglia. Proprio come accadeva al Materazzi interista, con il quale lo unisce anche questo allenatore, Mourinho, che li ha trasformati da semplici difensori quali erano a protagonisti e leader assoluti delle sue due squadre, delle quali rispecchiano il carattere e il senso di appartenenza.

L’Inter ieri, per Materazzi; la Roma oggi, per Mancini, che logora chi non ce l’ha, mentre a noi piace tanto averlo in squadra. Come ha dimostrato la serata di Lamporecchio, organizzata dalla locale associazione dei commercianti in collaborazione con il giornalista Massimo Mancini, zio del nostro Gianluca.