CAMPIONATOSTORIA DI IERI di Diego AngelinoTOP

VERONA-ROMA. “Storia di ieri”, riflessioni del giorno dopo…

di Diego ANGELINO – Una squadra, con i suoi limiti e i suoi difetti, scende in campo con un piano tattico sostanzialmente definito.

Una punizione non battuta benissimo e le difficoltà nel rientrare lasciando spazio al contropiede avversario, rappresentano solo il prodromo di quanto sta per accadere. 

Perché il portiere, dopo 4’, commette l’ennesimo, goffo errore, spianando la strada agli avversari e costringendoti a una partita di rincorsa.

Ora, lungi da me voler trovare il capro espiatorio, è palese che non si possa andare avanti con la media di quattro tiri quattro goal subiti.

La Roma – ed è un aggravante – crea e gioca bene: ma prende pali o traverse, centra i difensori, esalta i portieri ma non segna quanto subisce.

A me non era dispiaciuto il centrocampo del primo tempo, con Cristante nel suo vero ruolo: quello di mezzala. 

Numero 4 titolare per forza di cose; due punte, più Zalewski, più Pellegrini e lo stesso Paredes: dove lo metti Aouar? Anche perché ti serve di poter tirar fuori qualcosa dalla panchina, come poi accaduto. 

Col centrocampista argentino la Roma cerca di essere più verticale: meno giro palla dei difensori ma, al momento, anche meno copertura, punto di forza della squadra di Mourinho che ha raggiunto due finali europee.

Zalewski sembra partito bene in questa stagione così come Belotti; timidi passi avanti di Kristensen, un cui buon inserimento poteva generare la rete del pari. 

Bene Aouar, che entra e incide, come aveva provato a fare anche El Shaarawy. Spinazzola positivo nella proposizione, ancora rivedibile nella finalizzazione dei cross.

Male Smalling, che ci ha abituato a grandi salvataggi i quali, al momento, stanno mancando, insieme alle normali chiusure.

Malino Pellegrini, che ha la qualità per fare la giocata del primo tempo e la punizione finale ma le intervalla con scelte inconcepibili per chi, coi piedi, può fare numeri di quel livello lì. 

Problematico Dybala, alle prese con il consueto fastidio muscolare: per la Roma è anche difficile la gestione delle risorse, avendo più di un calciatore che ha spesso necessità di essere sostituito per esigenze fisiche.

Malissimo Solbakken: lanciato a rete da Mancini, anziché sfruttare il passaggio che lo avrebbe messo quasi a tu per tu con Montipo’, torna indietro per usare il suo sinistro, facendo imbufalire chiunque tra compagni e tifosi. 

Pessimo Doveri: Djuric abbatte Mancini lanciato e non viene ammonito; lo stesso attaccante tocca Dybala in area: non è rigore ma nemmeno simulazione da giallo. Ammonizione che riesce a non prendere mai Duda, che avrà fatto 20 falli. Anche dall’Arena, infine, avevano visto che l’intervento di Hien su Belotti era da rosso diretto: l’arbitro ha bisogno del richiamo dal VAR. 

Due partite, un punto, il Milan venerdì, nell’attesa di Lukaku e di un difensore (portiere temo di no): situazione non bella ma è tardi solo se si pensa che l’obiettivo della Roma sia qualcosa in più di provare a entrare in Champions.