ACCADDE OGGIDIVAGAZIONI ROMANISTETOP

Ginulfi, un altro grande che se ne va

di Franco Bovaio – Per motivi di età il primo portiere della Roma che ricordo è Paolo Conti. Ma mio padre mi parlava sempre di chi lo aveva preceduto tra quei pali, Alberto Ginulfi, dicendomi che era stato un grande e che aveva addirittura parato un rigore al mitico Pelé. Una storia che tutti conoscete bene.

Così, quando ebbi modo di intervistarlo per il libro “Roma 1974-75 – la Lupa Giallorossa non dimentica …” provai una sincera emozione nel trovarmi a parlare con uno dei miti di famiglia. Uno di quei calciatori che, dentro la casa dei tifosi, è come uno zio, un nonno, un cugino, tanto se ne parla e si ricordano le sue gesta. E Ginulfi, quel giorno molto disponibile, come sempre, mi disse queste parole, che estrapolo dal libro succitato e che mi sembrano le più belle per ricordare un grande romanista come lui, che oggi se ne è andato provocandoci un’altra ferita nell’anima: “Alla Roma ho fatto prima la riserva di Cudicini, poi di Pizzaballa. Se non arrivava Herrera vivevo tutta la vita da n.12. Invece, con il Mago divenni titolare e mi tolsi anche delle belle soddisfazioni. Vinsi la Coppa Italia del ’68 da protagonista dopo aver vinto quella precedente da riserva. Vinsi il Torneo Anglo-Italiano, vissi l’amarezza dell’eliminazione nella semifinale di Coppa delle Coppe con i polacchi del Gornik solo perché i gol segnati nei supplementari non valevano ancora doppio. E pensare che cambiarono il regolamento l’anno dopo, altrimenti saremmo andati noi in finale, non loro, che furono fortunati al sorteggio. Insomma, qualcosa di buono con la Roma l’ho fatto e quando sono stato il titolare ho sempre fatto il mio, tanto che i tifosi mi ricordano ancora con molto affetto, perché se vedo i vari sondaggi che spesso si fanno ruolo per ruolo sui giocatori più forti che hanno vestito la maglia giallorossa, tra i portieri sono sempre tra i primi. E l’essere rimasto per sempre nel cuore dei tifosi, per me che vengo dalla Curva Sud e sono romano e romanista da sempre, è una soddisfazione enorme. Superiore a tante vittorie”.

Ciao Alberto. E stai tranquillo. Continueremo a ricordarti per sempre. Proprio come faceva il mio papà con me quando ero piccolo e da lui sentivo parlare delle tue imprese in maglia giallorossa.