CAMPIONATOSTORIA DI IERI di Diego AngelinoTOP

ROMA-MILAN. “Storia di ieri”, riflessioni del giorno dopo…

di Diego ANGELINO – C’era Carlo Mazzone, l’ultima volta che si partì con un punto in tre partite. Stagione 1995-1996: la Roma finirà poi quinta, qualificata in UEFA, dopo esser stata eliminata ad agosto in Coppa Italia dal Bologna (in B) con goal di tal Dario Morello e aver vissuto la struggente serata contro lo Slavia Praga, che ritroveremo tra poche settimane in EL. 

Quinto posto finale quell’anno, dicevamo: la fascia di classifica, fino all’ottava posizione, che Mourinho ha identificato per la sua terza Roma. Come dargli torto?

Sulla carta, hai Dybala, Renato Sanchez e lo stesso Aouar: poi, nella realtà, ci sono i problemi fisici che – non solo loro – si trascinano e hanno spesso e volentieri avuto in carriera. Il centravanti? Esigenza primaria: arrivato da 48 ore. 

Il Milan, invece, oltre a essere più forte e rodato, ha giocatori integri e acquistati a luglio: dopo la cessione di Tonali, più o meno a metà del mese i rossoneri già contavano su Loftus-Cheek, Reijnders e Pulisic. 

E poi, comunque, partono sempre in vantaggio con i rigori a profusione che li accompagnano da anni. Incredibile che nel contatto Rui Patricio-Loftus-Cheek vi sia l’On-Field Review. 

Smalling su Leao: troppo anche per Rapuano – e a parti invertite lo avrei reclamato – assegnare un secondo rigore, dopo quel primo. Alla fine, quello realizzato da Giroud determina il risultato. Perché se la superiorità rossonera è stata netta, quella del risultato è comunque di misura.

Nella Roma, oltre agli infortunati, ci sono cose che si trascinano da anni: di cinque esterni è difficile trovarne uno completo; il portiere ieri si ricorda per la parata su Pulisic ma l’azione nasce – come quella del contatto tra Smalling e Leao – da una sua mancata uscita al limite dell’area.  

Pellegrini anche ieri molto male: era fuori per l’ennesimo problema fisico e si è capito perché Mourinho abbia rischiato già dal 1’ Aouar.

Cristante mezzala: a Verona non mi era dispiaciuto; ieri in grande difficoltà. Forse deve giocare davanti alla difesa insieme a Paredes, spostando Pellegrini o Aouar – con Dybala – a ridosso di un’unica punta. 

In tanto grigiore, da apprezzare Belotti, che già nel primo tempo si era “guadagnato” l’espulsione di Tomori, e l’ingresso di Lukaku.

Lavoro spalle alla porta, sponde e appoggi: se a raccogliere le sue giocate – oltre ai goal che speriamo farà – troveremo spesso Dybala, l’apporto del belga risulterà molto importante. 

Marcatura di Celik in occasione del 2-0 nemmeno al primo giorno di Scuola Calcio: peccato perché aveva fatto una buona partita difensiva e ha finito invece con l’indirizzare la gara definitivamente, come nello scorso gennaio in Coppa contro la Cremonese. 

Doloroso anche solo pensare di guardare la classifica, si insinua di nuova l’idea che l’Europa League sia le strada più “semplice” per cercare di entrare in Champions: se devo centellinare i miei giocatori più forti, forse meglio gestirli nelle eventuali 13 partite per arrivare in finale che nelle 35 restanti di campionato. 

Resto convinto che, tra cent’anni, i posteri amanti del calcio si sbellicheranno pensando che, nel 2023, si interrompevano ancora le stagioni per la sosta dedicata alla Nazionali.