CAMPIONATOSTORIA DI IERI di Diego AngelinoTOP

CAGLIARI-ROMA. “Storia di ieri”, riflessioni del giorno dopo…

di Diego ANGELINO – Tre punti indispensabili per classifica, morale e… situazioni ambientali. La squadra sta col suo allenatore, elemento fondamentale per il prosieguo della stagione. 

Leggero rischio iniziale ma Rui Patricio stavolta è reattivo; poi è solo Roma, con tante belle cose da vedere.

Edoardo Bove, che morde caviglie, recupera palloni e da il LA ad azioni importanti: rigore in movimento sbagliato da Dybala; rete di Aouar che sfrutta al meglio l’ottima palla di Spinazzola.

Nemmeno il tempo di esultare e Karsdorp mette in mezzo un gran pallone: Lukaku va col petto, simbolo calcistico di prepotenza. 

Finisce (quasi) lì. Al Cagliari non resta che qualche entrataccia, non punita dal solito, pessimo Sozza.

Come quella che mette ko Dybala: per fortuna c’è un fuorigioco nella rete segnata da Prati, autore del fallaccio, che non meritava certo la gioia personale del goal. 

Entra un Belotti in stato di grazia: pare il calciatore di due anni fa, prima che i vari problemi fisici ne condizionassero l’ultima stagione al Torino e la prima con la Roma. 

La regia di Paredes va evidenziata, soprattutto da chi, come me, non ne è mai stato un grande estimatore: un altro calciatore anche solo rispetto a quello di pochi mesi fa con la Juventus. 

Tra le poche pecche dell’argentino, al momento, ci sono i gialli: quattro in sette giornate che significano diffida contro il Monza; tra due partite c’è Inter-Roma. 

Qualche timido segnale da Ndicka; (mezzo) sospiro di sollievo per Dybala; bellissimo vedere Mou esultare anticipando il Var (come un anno fa col Betis Siviglia).

Un’altra immagine che mi è piaciuta molto: palla dentro di Paredes per Lukaku; El Shaarawy e Celik che si scaldano a bordocampo già esultano quando il belga controlla d’esterno, preparando la sua doppietta. 

Nella felicità assoluta per la vittoria, spiace per Ranieri, cui i romanisti di ogni età sono inevitabilmente legati: l’auspicio per lui è che chi gli ha messo a disposizione una squadra rivedibile, gli conceda ancora il tempo di trovare soluzioni.