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Falcao 70

di Franco BOVAIO – Nils Liedholm era nato l’8 ottobre e amava i calciatori che, come lui, erano nati sotto il segno della Bilancia. Per questo nelle sue squadre ce ne erano sempre tanti. Così, dopo aver ricordato il grande Aldo Maldera nel giorno in cui avrebbe compiuto settant’anni, oggi celebriamo lo stesso compleanno di un altro di quei suoi calciatori della Bilancia che il mister amava tantissimo: Paulo Roberto Falcao. Colui che, come Agostino, era la sua diretta emanazione in campo. Il capitano e il brasiliano erano gli allenatori di Liedholm sul terreno di gioco, tanto che una volta il Barone mi disse: “Quando a Falcao fu proposto di allenare la nazionale brasiliana lui venne da me a Cuccaro e mi chiese cosa ne pensavo. Gli risposi che era il ruolo adatto per lui, perché lui era già un allenatore quando giocava. Con lui in campo potevo stare tranquillo”. 

Oggi Falcao, la Bilancia del centrocampo di quella che consideriamo la Roma più forte di sempre, compie settant’anni e gli faccio tanti, ma tanti, auguri. Perché ho vissuto il suo arrivo a Roma, la sua epopea in maglia giallorossa, la sua capacità di trasformare in vincente un ambiente e una squadra che erano perdenti. Compresi noi tifosi, che in lui vedemmo il nostro Re. Anche se mi identificavo più in Agostino e Toninho Cerezo che in lui, tanto che poi le vicende della vita mi hanno portato ad avere più rapporti con loro che con lui, che era sempre più Divino che Paulo, a differenza degli altri due, molto più umani e vicini a noi con tutti i loro difetti, i loro pregi e le loro debolezze. Falcao, invece, era sempre un gradino sopra, con quell’incarnato bianco latte e quei modi di fare apparentemente (e sottolineo apparentemente) altezzosi. O forse semplicemente solo più divini, magari tipici di chi ha il carisma dei grandi e sa di averlo.

Se volete conoscere tutto di lui, sia come uomo che come calciatore, vi consiglio un bel libro pubblicato dalle Edizioni Eraclea, intitolato “Falcao: divino&demone” e scritto a quattro mani da Mauro De Cesare ed Enzo Palladini.