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TANTI AUGURI A… Gianfranco ZIGONI

Oggi l’ex giallorosso Gianfranco Zigoni compie 79 anni…

Quando i calciatori andavano in bicicletta lui girava con la Porsche, oggi che i calciatori hanno macchine da sogno lui va in bicicletta (parole sue). Il “lui” di cui stiamo scrivendo è e può essere uno solo: l’attaccante Gianfranco Zigoni. Uno dei miti e dei giocatori più estroversi degli anni ’70, in cui è diventato l’idolo dei tifosi del Verona, per i quali è e resterà per sempre “Zigo”. Ma è anche un ex importante della nostra Roma, nella quale ha giocato dal 1970 al 1972 segnando 12 gol in 48 gare di campionato e qualche altro nelle coppe. Tra questi quello molto importante nella finale del Torneo Anglo Italiano contro il Blakpool vinta 3-1 il 24 giugno 1972 che ha consentito alla Roma di alzare al cielo il trofeo.

“La Roma mi è rimasta nel cuore, come il Verona. Sono le uniche due squadre di cui chiedo il risultato” dice. Zigoni è sempre stato uno fuori dal coro. Veneto di Oderzo, dove è nato nel 1944, alla Roma è arrivato dalla Juventus, dove proprio non stava bene, soprattutto perché il mister Heriberto Herrera era fissato con il peso e tutte le mattine metteva i giocatori sulla bilancia. E anche perché, per volere di Agnelli, si era dovuto tagliare i capelli, l’unica cosa che rimpiange di aver fatto (sempre parole sue). Alla Roma, invece, con l’altro Herrera, Helenio (il Mago), si è trovato benissimo e se fosse stato per lui non se ne sarebbe mai andato. Ma a quei tempi i calciatori non potevano rifiutare un trasferimento e cosi è finito al Verona, dove una volta è andato in panchina con la pelliccia perché Valcareggi non lo aveva schierato tra i titolari (“E quel giorno era molto freddo, mica potevo beccarmi un raffreddore per colpa del mister” sempre parole sue) e dove è anche sceso in campo con la Z ricamata sui pantaloncini. Tanto per ribadire che lui, come Zorro, lasciava sempre il segno. Tra i suoi ricordi più belli legati alla Roma c’è l’amichevole del 1972 con il Santos all’Olimpico. Fino a quel momento Zigoni si sentiva il giocatore più forte del mondo e affrontare Pelé dal vivo lo caricava moltissimo. “Ma quando l’ho visto giocare ho capito che era proprio un fenomeno e molto più forte di me, tanto che sul campo mi è presa la depressione e ho pensato che a fine gara avrei annunciato il mio ritiro dal calcio perché non ero il più forte, come credevo. Ma poi lui si è fatto parare un rigore da Ginulfi e io sono tornato sulla mia decisione, perché avevo capito che era umano anche Pelé” ancora parole sue, come tutte quelle di prima, che ci ha detto in una lunga intervista telefonica che gli facemmo per un libro sulla Roma scritto tanti anni fa.

(Rubrica a cura di Franco BOVAIO)

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