CAMPIONATOSTORIA DI IERI di Diego AngelinoTOP

SASSUOLO-ROMA. “Storia di ieri”, riflessioni del giorno dopo…

di Diego ANGELINO – Mourinho la vince in tre atti: conferenza del sabato, cambi e postpartita in portoghese. Lo sappiamo tutti: Marcenaro è (quasi) inappuntabile perché pungolato da Mou. 

C’è Spinazzola dal 1’ e non Pellegrini: insieme a Karsdorp, il terzino Italiano fornisce una prestazione insufficiente (eufemismo).

Ogni tentativo di cross è puntualmente recapitato sulla testa o i piedi degli avversari; quando invece si supera la prima linea, la palla è troppo profonda per tutti. Anche le leggi della statistica vengono messe a dura prova. 

La Roma tiene il pallino del gioco e crea un paio di occasioni, con Dybala protagonista: il Sassuolo, aspetta e riparte. Questi allenatori “giochisti” tanto decantati sono davvero bravi a farsi narrare diversamente da ciò che propongono. 

Tiraccio di Berardi: chissà se con Smalling quella palla passa; di certo c’è che nemmeno l’inglese avrebbe potuto nulla sulla consueta disattenzione di Spinazzola (qualche responsabilità anche di Ndicka).

Bove paga fisicamente il giovedì di coppa: dentro Amzoun, che dimostra ancora una volta come si possa contare su di lui. 

Entra anche Kristensen per Karsdorp. Sarebbe bastata una partita normale per far meglio dell’olandese: con tutto quello che di buono combina, il danese al confronto è sembrato un mix tra Cafu e Maicon.

Mourinho sabato ne ha avute anche per Berardi, che decide di non smentirlo: simulazione dopo un normale contatto con Ndicka; fallaccio su El Shaarawy; richiesta di provvedimenti dopo uno scontro fortuito tra Ndicka ed Erlic. 

Si collezionano angoli: fino a pochi mesi fa la Roma era una sentenza; anche in queste occasioni manca Smalling (e il giustamente ceduto Ibanez). 

Rigore su Kristensen netto ma quanti ne abbiamo visti? “L’arbitro ha ritenuto che il contatto non fosse abbastanza per…”. 

Dybala pareggia con freddezza e rischio, Mourinho placa il lancio di fumogeni: calma, romanisti, non c’è tempo da perdere perché bisogna vincerla.

Ancora il 21 argentina, col tacco, serve l’eroe per caso Kristensen: il sinistraccio destinato al fondo si trasforma in un pallonetto tottiano. 

Nel mentre, Boloca aveva tentato di portarsi a casa tibia e caviglia di Paredes: Marcenaro ha bisogno del richiamo al VAR per il rosso sacrosanto. 

C’è ancora tempo per rischiare: passaggio orizzontale di Paredes, intercettato, tiro di Thorstvedt per fortuna alto; l’argentino rischia d’esser mangiato vivo da Cristante. 

Non c’è più tempo: tre punti, quarto posto vista anche la sconfitta del Napoli, ulteriore rinsaldamento del rapporto tra Mourinho e la tifoseria e, chissà, con la proprietà. Una domenica bestiale.

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