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EDITORIALE. Errori e orrori di Coppa

Derby arrivato nel momento sbagliato, giocato male e perso peggio. Un festival degli orrori che impone alcune riflessioni che vanno oltre la sconfitta in Coppa Italia.

In un momento cruciale della stagione la Roma si trova colpevolmente a corto di elementi. Nel nulla della prima frazione, quello che più colpiva era vedere Gianluca Mancini dover chiudere su ogni palla orbitasse nell’area romanista. Ritrovarsi a gennaio con un solo difensore di ruolo sui 4 in rosa ad inizio stagione, tra l’altro obbligato a giocare da tempo in precarie condizione fisiche, equivale a presentarsi in campo senza un intero reparto: condizione insostenibile a certi livelli e che incide su qualsiasi tipo di giudizio.
Alla solitudine del ventirè giallorosso fa da specchio quella di Romelu Lukaku in avanti, costretto a trascorrere intere partite facendo a spallate con i difensori avversari nella vana speranza di vedersi recapitare un pallone giocabile.

In mezzo tanta volontà e poche idee mentre sulle fasce, ormai da troppo tempo, il nulla. Sugli esterni, nelle ultime stagioni, continuano ad alternarsi solo rincalzi e nessun vero titolare.

Una situazione, non certo figlia della sconfitta nel derby, ad oggi mitigata dal carattere e l’innegabile volontà di un gruppo capace di sopperire ai limiti tecnici e di organico grazie al carattere trasmesso da Mourinho ai suoi ragazzi. Difficile aspettarsi qualcosa di risolutivo dal mercato, meglio concentrarsi sul recupero degli infortunati e nella ricerca della perduta tenuta difensiva su cui si sono fondati i risultati raggiunti nelle ultime due stagioni.