DIVAGAZIONI ROMANISTETOP

Ma che ce frega, ma che ce importa…

DIVAGAZIONI ROMANISTE di Franco BOVAIO – “Ma che ce frega, ma ce importa, se Cudicini non ce sta in porta. Tanto c’è Pedro, che fa li bozzi, a Carniglia e ai suoi scagnozzi”. Così cantarono i calciatori della Roma sull’aereo che li stava riportando nella Capitale dopo la vittoria per 4-0 conquistata a Palermo nella partita del ritorno in panchina di Alfredo Foni al posto dell’esonerato Carniglia, come mi raccontava sempre il mio maestro di giornalismo e amico Peppe Presutti, che su quell’aereo c’era nelle vesti di inviato.

Luis Carniglia era un argentino un po’ presuntuoso che proprio non si prendeva con l’altro argentino e leader della squadra Pedro Manfredini. Il bomber, quello che segnava gol a valanga a tutti i portieri avversari (il Cudicini della canzone, invece, era quello della Roma). Carniglia e Manfredini non si intendevano a tal punto che spesso e volentieri il mister non faceva giocare il bomber e i risultati della squadra, ovviamente, ne risentivano in negativo. Quando lo faceva giocare, poi, nelle interviste del post partita, a chi gli chiedeva della prestazione di Pedro, rispondeva: “En official un gran jocator. Por amigo: mierda, mierda, mierda!”.

Vi abbiamo ricordato questa storia del nostro passato perché, con la vittoria contro il Cagliari, De Rossi ha eguagliato proprio il record stabilito da Alfredo Foni in quella stagione 1962-63 in cui, da mister subentrato, mise insieme 3 vittorie consecutive (2 in campionato, 1 in Coppa delle Fiere), come era riuscito, in passato, solo all’inglese Herbert Burgess nel 1929-30, quando aveva preso il posto in panchina di Guido Baccani.

De Rossi, dunque, è diventato il terzo allenatore della Roma subentrato capace di vincere tutte le prime tre partite della sua gestione. Bene così, perché si è calato nella parte con lo spirito giusto e anche con la testa dell’ex calciatore, che sa che in casi come questi bisogna affidarsi alla vecchia guardia per tirarsi fuori dal mare in tempesta. Proprio come ha fatto lui. E come fece mister Foni nel 1962-63, che rimise subito dentro senza discussioni Pedro Manfredini, autore di tre delle quattro reti di quella vittoriosa trasferta di Palermo che vi abbiamo raccontato all’inizio.
Perché gli allenatori sono fatti sempre dai calciatori, visto che sono questi che vanno in campo e devono correre. Non dimenticatelo mai.
Come non dimenticate mai le parole del grande presidente Viola: “Quella che bisogna tifare è la maglia, non chi la indossa. Perché chi la indossa passa, mentre la maglia resta per sempre”.