FIORENTINA-ROMA. “Storia di ieri”, riflessioni del giorno dopo…
di Diego ANGELINO – Ieri pomeriggio ho visto Liverpool-City: se Massa avesse dato lì il rigore su Belotti o estratto uno dei 7 (!!) cartellini gialli del Franchi, probabilmente sarebbe stato dismesso a fine gara.
Si gioca a 3, con Angeliño a destra nei 5 di centrocampo: il risultato è che, dopo mezz’ora di 1 contro 1 con Garrincha-Sottil, bisogna levare Mancini per evitare di finire in 10.
La Roma non la prende quasi mai: emblematica l’occasione in cui Mandragora sfiora l’incrocio dei pali, al termine di uno schema da calcio piazzato in cui i giallorossi sono fermi come statuine.
Tra i più sottotono, oltre ad Angeliño, anche Aouar, che tutti più o meno attendono sostituito all’intervallo.
C’è, però, un buon segnale, al 45’: quello di aver chiuso un primo tempo sbagliato tatticamente e per intensità, col minimo svantaggio.
Primo minuto della ripresa appannaggio dei padroni di casa: poi si vede la Roma che va a meritarsi il pareggio.
Non sfonda Cristante, ben servito da El Shaarawy; ci riesce Aouar, dopo uno dei rari spunti dell’affaticato Dybala: cross di Angeliño sporcato dal “simpatico” Ranieri e 1-1, che sembra solo prodromo di vittoria.
Ma così non è, perché la Roma è distratta: Cristante non arriva di un soffio su un grande esterno di Angeliño; dall’altra parte, invece, non riesce a convincere Huijsen ad andare a chiudere su Biraghi.
Traversone del numero 3, falletto di Belotti, scivolone di Llorente ed El Shaarawy, piede molle di Aouar e Mandragora fa 2-1. Davvero, a quel punto, inatteso.
Potrebbe chiudersi con rimpianto massimo: tiratina di Paredes che non è né penalty, né simulazione di uno stremato Belotti: è semplicemente gioco.
Non, così, per Massa: Biraghi calcia dagli 11 metri e Svilar para il rigore con la naturalezza con cui si beve un caffè.
La Roma, passata a 4 pur con Huijsen a terzino, reagisce ma non calcia, con lo sterile 68% di possesso palla.
Baldanzi appare ancora acerbo; i subentrati Spinazzola e Pellegrini incidono poco, con solo un tiro centrale del capitano.
Anche l’angolo finale non è ben battuto: per fortuna, dopo il bel recupero di Zalewski, Pellegrini mette un ottimo pallone col sinistro, smorzato da Ndicka, che Llorente sfrutta al meglio.
È il tocco del “simpatico” Ranieri a farla andare proprio sotto al “sette”: ogni tanto il karma fa il proprio dovere.
Considerando che si sono regalati un tempo e – almeno – un goal, il pareggio può, alla fine, soddisfare la Roma.
De Rossi dal canto suo – molto lucido nel post partita – ha imparato una lezione importante, senza doverla scontare con una sconfitta.