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Il the alle 17.00, la Roma alle 18.00 (o giù di lì).

di Franco BOVAIO – Niente scherzi, siamo inglesi: il the si prende alle 17, con due biscottini. Mito? Leggenda? Verità? Fate voi. Non ci riguarda più di tanto, perché noi siamo romani e non abbiamo alcuna fantomatica e rigida tradizione pomeridiana da rispettare. E forse è proprio per questo che chi comanda il calcio italiano televisto dei nostri giorni ha deciso di imporcene un’altra. Quella della Roma alle 18.00/18.30! Così è se vi piace e se non vi piace peggio per voi. E, si badi bene, le 18.00/18.30 di ogni giorno, non solo della domenica, che alla fine passi pure. No, le 18.00/18.30 anche del sabato, del giovedì (in questo caso la colpa è della UEFA) e anche del lunedì, pure di Pasquetta. Che tanto piove e al prato che ci vai a fare? Poi a quell’ora avrai pure finito di fare il pick-nick no? Ma perché la Roma deve giocare alle 18.00/18.30 più delle altre grandi e non, invece, in prima serata, alle 20.45, come succede più spesso a loro? Mi dicono che la risposta sta in un criterio di scelte televisive che toccano prima a DAZN, detentrice ufficiale dei diritti del campionato e, in secondo battuta, a Sky, per le sue tre partite settimanali.

Così, quando si stabiliscono gli anticipi e i posticipi DAZN si sceglie per le prime serate le partite delle squadre più seguite (Juve, Inter, Milan e Napoli) e in seconda battuta quelle delle altre, tra le quali primeggia la Roma, che finisce spesso alle 18.00/18.30 perché di quella fascia oraria DAZN ha l’esclusiva.

Così, nelle ultime tre stagioni, la Roma ha giocato ben 22 partite di campionato nel secondo pomeriggio nel 2021-22 (compresa Napoli-Roma delle 19.00 di Pasquetta): 21 nel 2022-23 e già 14 nella stagione in corso, per un totale di 57 partite su 105 totali di campionato, pari a poco più della loro metà.

Con buona pace di tutti quei suoi tifosi “romapatici” ai quali piacerebbe vederla più in prima serata che prima di cena.