TANTI AUGURI A...

Alla festa del Mancio

Un compleanno speciale quello vissuto oggi da Gianluca Mancini arrivato dopo 10 giorni trascorsi da assoluto protagonista. Celebrato da vero e proprio campione, aggettivo sempre più spesso accostato al suo nome. Tra i primi a pronunciarlo Josè Mourinho al termine della vittoriosa partita contro il Napoli nel girone di andata nella quale festeggiava le 200 presenze in maglia giallorossa.

Un termine, quello di campione, abusato da chi ne ha visti pochi ma che assume un peso diverso se a pronunciato è chi ne ha allenati talmente tanti da diventare uno dei tecnici più titolati nella storia del calcio. Tanta roba per un ragazzo abituato, fin dalle prime interviste, a presentarsi calcisticamente premettendo di “non essere nato con il talento di Nesta”. Altre doti alla nascita ma abbastanza importanti da fare le fortune del ragazzo e degli allenatori che fino ad oggi lo hanno avuto a disposizione apprezzandone le caratteristiche.
Il Mancini giocatore, come lo conosciamo oggi, nasce nella Primavera della Fiorentina, squadra nella quale ha trovato, definitivamente, il suo posto in campo al centro della difesa.C

Proprio contro i viola, due anni dopo aver lasciato il settore giovanile gigliato per farsi le ossa a Perugia in Serie B, ha fatto il suo esordio nella massima serie il 24 settembre 2017, al Franchi, con la maglia dell’Atalanta. A portarlo a Bergamo Giovanni Sartori, a consacrarlo nel calcio che conta Giampiero Gasperini nelle due stagioni trascorse in nerazzurro. Undici le presenze il primo anno, ben 35 il secondo, impreziosite da 6 reti e la convocazione in Azzurro durante i gironi di qualificazione a Euro 2020. Un appuntamento, quello con il torneo continentale, sfumato all’ultimo e che di certo rappresenta uno degli obiettivi stagionali del difensore di Pontedera.

Viene ufficializzato in giallorosso il 17 luglio 2019 con la formula del prestito oneroso (2 milioni di euro) con diritto di riscatto (a 13), oltre a vari bonus. Le sue prime parole da giocatore della Roma, rilasciate ai canali ufficiali del club, sono state per i tifosi: “A loro dico che darò il massimo impegno, con concentrazione e umiltà. Tutte le volte che andrò in campo suderò per la maglia”. E per presenze e sudore Gianluca fino ad oggi non è stato mai secondo a nessuno.

Dopo essere sopravvissuto all’esordio da titolare in un derby (1 settembre 2019), con Fonseca colleziona 82 presenze totali realizzando 6 reti. E’ il più presente in campo del pacchetto arretrato formato insieme a Smalling (58) ed Ibanez (50), ma il meno amato da critica e tifosi. Ma non destare particolari simpatie non può essere una priorità per chi, fin da giovane, ha scelto come proprio idolo Marco Materazzi.

Allo stesso modo non può essere un caso se con l’arrivo Josè Mourinho si cambiato il suo ruolo internamente al gruppo ed il modo in cui, proprio come il suo idolo, è riuscito a personificare il carattere del proprio allenatore sul campo e calamitarne le antipatie fuori.
Per 10.415 minuti, sotto l’egida di Josè, Gianluca ha portato in campo la faccia cattiva e antipatica di una Roma che voleva tornare a vincere.

Ad oggi con i Lupi ha collezionato 219 presenze con 14 gol. Il più bello il 5 marzo dello scorso anno, con un esterno destro da fuori a decidere la sfida interna contro la Juve. Il più importante 10 giorni fa contro la Lazio, una rete che lo ha consacrato come idolo di una intera tifoseria e grazie alla quale ha regalato a Daniele De Rossi il suo primo derby da allenatore. Da fedelissimo del tecnico portoghese si è messo subito a disposizione del nuovo tecnico e risultando determinate sia in campionato che in Europa a suon di reti (4) e prestazioni. Gol pesanti e non solo: nella notte di Tirana è dal suo piede che parte l’assist per la rete decisiva di Zaniolo, suo anche l’assist per Dybala che aveva portato in vantaggio i capitolini nell’altra finale, quella dello scippo di Budapest. Una ferita rimasta aperta ma anche una storia il cui finale è ancora tutto da scrivere.

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