STORIA DI IERI di Diego AngelinoTOP

LECCE-ROMA. “Storia di ieri”, riflessioni del giorno dopo…

di Diego ANGELINO – Turno di Festa, Roma svagata, avversario al contrario ben concentrato, goal sbagliati e arbitro (più VAR) chirurgico: pomeriggio fotocopia di altri mille.

Non mi convince la formazione ma poi penso: se si fa male Celik, in coppa contro Leao gioca Karsdorp. Ndicka è diffidato ma lo sono pure Hujisen e Llorente; se non tiene in panchina El Shaarawy – con Dybala da preservare e senza Azmoun – quale giocatore, subentrando, può aiutarti a far goal? 

Ci mette poco il Lecce a prendere il pallino della partita e a sfruttare i limiti della Roma, che davvero non possono cambiare con la “semplice” sostituzione dell’allenatore. 

A destra Karsdorp e purtroppo Bove – involuto tristemente da gennaio – fanno sembrare Gallo una sorta di Roberto Carlos dei tempi d’oro.  

In mezzo al campo, il passo compassato di Paredes e Cristante diventa un’arma per i salentini e per il loro contropiede.

Vanificato, per fortuna, dalla (poca) qualità dei padroni di casa e dalle parate dal sempre reattivo Svilar, col quale si riesce a non partire 0-1. 

Male la Roma – che gioca una partita a rincorrere le voragini che si aprono – ma qualche occasione c’è: clamorosa quella fallita da Aoaur – su tacco geniale di El Shaarawy – che avrebbe addirittura potuto servire Lukaku, libero di calciare a porta vuota. 

Il centravantti belga è in ombra: qualche sponda, un colpo di testa fallito, una punizione guadagnata al limite dell’area clamorosamente ignorata da Marcenaro. 

L’arbitro, già, il peggiore: inquadrato perfettamente da Mourinho prima dell’ultimo Sassuolo-Roma, sventola subito il cartellino salta-derby sotto il naso di Ndicka –  che prima di commetterlo, il fallo lo subisce – e nega un clamoroso rigore per fallo (doppio!) sull’’impalpabile Zalewski.   

Nessun ammonito per proteste, tra campo e panchina ma il risultato non cambia: sul 3-0 a Monza il rigore te lo fischiano; ora che i punti pesano, la storia non cambia certo se si è più “educati” rispetto a prima. 

Senza Pellegrini e con Dybala a (molto) meno di mezzo servizio, serve la qualità di Baldanzi: qualche guizzo, crescerà ma, per il suo bene, non parliamo a oggi di erede della Joya Argentina. 

Il pareggio di ieri non compromette nulla anche perché, se davvero vuole un posto in Champions, è tempo che la Roma di De Rossi inizi a vincere partite con squadre di grado pari o superiore: c’è ora ampia scelta, a partire da sabato prossimo.

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