STORIA DI IERI di Diego AngelinoTOP

MILAN-ROMA. “Storia di ieri”, riflessioni del giorno dopo…

di Diego ANGELINO – Prima dell’inizio, avrei firmato per il pareggio: considerando il Meazza, il Milan forse nel miglior momento della stagione, una squadra di lunga tradizione europea… non perdere, pensavo, sarebbe già un successo.

Invece i giallorossi mi sorprendono: subito tutti a notare El Shaarawy a destra (a memoria mi viene in mente un Roma-Chelsea 3-0 con Di Francesco, da quella parte), a bloccare la corsia più forte del Milan, anche grazie a un sempre puntuale Celik.

Leao si intristisce subito, Theo Hernandez trova spazi solo nel finale; così De Rossi blocca le armi principali del Milan, garantendo una grande prestazione difensiva alla Roma (per la quarta volta consecutiva senza goal al passivo).

Pragmatico, Daniele, che lascia a miracolate seconde voci tecniche le chiacchiere sulla “proposta” e pensa invece a lavorare per portare a casa il risultato: anche soffrendo “come una provinciale”, come detto nel postpartita.

C’è subito spazio per provare e allora la Roma va: Lukaku, in gioco (ridicolo comunque protestare per un goal che non arriva nemmeno nella stessa azione!) serve proprio il “tuttocampista” El Shaarawy, che si vede mettere in angolo il tiro, deviato, da Maignan.

Dal corner successivo, così come nel derby, la coppia Dybala-Mancini confeziona il goal del successo. Corsa e inchino del Mancio verso i (tanti) romanisti, presenti come sempre a San Siro.

Dicono 4-4-2: in fase difensiva per me è spesso un 3-5-2, col recuperato Smalling – gran partita la sua – a giostrare in mezzo a Mancini e a Celik che scala.

Svilar para con sicurezza tutto ciò che c’è da prendere; dove non arriva, ci pensa Lukaku, autore tra l’altro di una prova maiuscola, lavorando di sponda e guadagnando punizioni e metri.

Paredes è sempre al centro del gioco ed è tornato (migliorandosi ulteriormente) quello di inizio stagione; importante non solo in impostazione ma nel lavoro difensivo, che agevola tanto i compagni del reparto arretrato.

Pellegrini si muove bene: gioca sul centrosinistra, prova scambi con un vivace Spinazzola, va vicino al goal con una di quelle conclusioni che lasciano un po’ di amaro in bocca alla Roma.

Perché se è vero che nel finale c’è stata l’enorme occasione per Giroud, è altrettanto vero che la Roma avrebbe avuto la possibilità, con alcune ripartenze, di trovarsi già col doppio vantaggio.

Protesta San Siro per alcuni interventi e per il tocco di mano nel finale di Abraham: lo sappiamo che da quelle parti sono abituati (molto) bene ma in campo internazionale, spesso, le interpretazioni sono diverse dal confortevole giardino di casa.

Unico un pò sottotono – diffidato, salterà il ritorno per un giallo chiamato dallo stadio – è Cristante: è sempre in zona Reijnders ma non riesce mai ad evitarne i tiri; calcia a lato un buon pallone servitogli da El Shaarawy. Sicuramente stanco; sicuramente in campo a Udine, dovendo saltare, appunto, il ritorno di coppa.

Successo di platino per la Roma che avrà un compito comunque molto difficile, giovedì prossimo: un esame di maturità per tutti. La commissione giudicante, sarà composta dai 70.000, infuocati, dell’Olimpico.

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