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Roma-Lazio. De Rossi: “Il derby ti da quel centimetro in più ma noi dobbiamo essere sempre questi”

Il tecnico giallorosso Daniele De Rossi, al termine del suo primo derby da allenatore della Roma, ha rilasciato le seguenti dichiarazioni al termine della partita.

Più bello vincerlo da allenatore o da giocatore?
“È sempre bello. Da allenatore è diverso, quando perdi la colpa è la tua. Da tempo non vincevamo un derby, sentivamo una pressione incredibile, quella dei tempi migliori. Sono tanto felice, da allenatore c’è ancora più tensione emotiva, gli ultimi minuti sono stati tosti da sopportare. Ho chiesto a Fabio, il IV uomo, se il tabellone si fosse rotto perché il tempo non passava mai, segnava sempre il 77′. È andata bene, sono tanto felice”.

Che emozioni hai provato?
“Io ero andato nello spogliatoio, poi i ragazzi sono tornati in campo per festeggiare con la Curva. I calciatori mi hanno quasi obbligato ad andare lì sotto. Quello è il loro momento devono festeggiare con i tifosi. Da quando sono arrivato i tifosi ci hanno sempre sostenuto, anche io mi sono goduto qualche abbraccio con loro”

Oggi siete stati bravi su quelle seconde palle che a Lecce erano un po’ mancate.
“A Lecce erano mancate perché l’allenatore deve migliorare, anche mentalmente. Quando vedevo quelle scene mi arrabbiavo con me stesso perché non ho trasmesso la stessa carica del derby lunedì scorso. Poi questa partita ti tira fuori sempre qualcosa in più ed è stato bello vederlo. A fine primo tempo ho ringraziato i ragazzi per il sacrificio. Nel primo tempo abbiamo giocato molto bene, l’atteggiamento è durato 90 minuti, sono stati tutti meravigliosi”.

Abraham?
“Avevo bisogno di quei due cavalli davanti. Chi entra in un derby è sempre carico, lui rientrava dopo 9 mesi. Ogni giorno mi diceva ‘Non vedo l’ora’, allora oggi l’ho buttato dentro e ha corso dietro a tutti. Si allena con noi da poche settimane, per vedere il vero Abraham ci vorrà un po’ di tempo”.

Quali meriti ti dai?
“Odio i finti umili che danno sempre i meriti agli altri ma non so come spiegarlo. Questa opportunità mi è caduta dal cielo, era un’occasione enorme di andare a lavorare con giocatori forti. Essendo così forti a volte nascondono qualche pecca della mia inesperienza, ma il merito c’è. Ho cercato di migliorare il migliorabile, ho puntato su qualcosa che avrebbero potuto fare meglio e in queste partite si sono visti risultati buoni, ma anche partite brutte. Dobbiamo migliorare, ogni settimana vediamo quello che manca e ci lavoriamo”.

Hai fatto lo step successivo: ora vieni valutato per quello che fai in campo.
“Ho allenato in Serie B e ogni intervista iniziava con: “l’ex campione del mondo”. Si parlava solo dell’ex calciatore e forse anche i risultati non aiutavano a parlare di altro. Qui ho trovato una squadra forte mi sta facendo diventare famoso come allenatore. C’è ancora tanto da fare, appena sbaglierò una partita non mi verrà perdonato niente dalla critica romana. Non voglio essere coccolato ma trattato come un allenatore, va bene così”.

Da capitan futuro a mister futuro?
“Adesso direi mister presente. Mai più presente di così! Io ero uscito dal giro Roma, rientrare mi ha fatto effetto, ma ogni domenica c’è una botta di adrenalina nuova. Il derby l’ho vissuto abbastanza serenamente ma le emozioni finali di oggi le porterò sempre con me. Futuro? Non lo so, non ci penso. Penso solo al presente”.

Oggi puoi rilassarti.
“Ho un patto con il mio staff, mi proibisce di guardare le partite del prossimo avversario. Per ora è andata bene così. Il Milan lo conosco, da stasera prepareremo la partita ma siamo sicuramente un po’ più leggeri”.