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ORGOGLIO E DELUSIONE

di MIMMO FERRETTI – Niente da fare. Niente terza finale di fila in Europa, per la Roma. Va avanti il Bayer Leverkusen che dopo aver vinto una settimana fa allo stadio Olimpico pareggia (2-2) in casa e conquista la trasferta a Dublino. Essere arrivata fino alla semifinale non può essere considerato per la Roma un fallimento, sottolineando il nome della squadra che ha interrotto il cammino del gruppo di Daniele De Rossi e dopo aver eliminato Feyenoord, Brighton e Milan. Il Bayer, oggi, è tra le prime cinque formazioni in campo continentale, e i 24 punti di distacco che ci sono in Bundesliga con il Borussia Dortmund, finalista di Champions League, lo stanno a testimoniare. Questo, ovviamente, non vuol dire togliere qualsiasi tipo di responsabilità alla Roma per l’eliminazione, ma vuole semplicemente definire uno dei (tanti) motivi che hanno portato i tedeschi e non i giallorossi a Dublino.

Alla Roma dopo lo 0-2 dell’Olimpico serviva un miracolo ma il miracolo non è arrivato. De Rossi se l’è giocata proponendo durante la gara più versioni tecnico-tattiche della sua squadra, con Dybala sempre in panchina, è andato avanti di due reti (doppio calcio di rigore di Paredes) poi i tedeschi, passato il minuto numero 82, hanno accorciato le distanze grazie a un’autorete sfortunata di Mancini e pareggiato nel recupero con Stanisic, con la Roma proiettata alla ricerca del gol che l’avrebbe portata ai supplementari. Roma a testa alta, altissima ma fuori dall’Europa League. Orgoglio e delusione. Per certi versi, al di là dell’eliminazione, segnali importanti per la Roma che verrà, con un accurato lavoro in sede di mercato. Perché tanti, troppi uomini che ci sono oggi sarebbe bene che venissero accompagnati all’uscita.

Archiviata con dolore e rimpianti la coppa, la Roma non può permettersi neppure di pensare a ciò che poteva essere e non è stato perché è già tempo di focalizzare l’attenzione sullo “Spareggio Champions” di domenica sera in casa dell’Atalanta. E sarà interessante verificare, a Bergamo, quale sarà la reazione del gruppo di DDR, stanco sia atleticamente che mentalmente.

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