EDITORIALETOP

TOP&FLOP

TOP

Mile SVILAR
Al secondo anno nella Capitale il portiere belga di passaporto serbo ha saputo imporsi come la vera novità della stagione romanista. Titolare di Coppa fin dalla prima contro lo Sheriff, con l’arrivo di  De Rossi  ha saputo guadagnarsi la fiducia del mister trovando una maglia da titolare anche in campionato, in occasione della trasferta di Frosinone, per non lasciarla più.
L’errore contro il Bayer a Leverkusen sul primo gol dei tedeschi non compromette quanto dimostrato in una competizione che lo ha consacrato anche a livello internazionale, guadagnandosi un posto nel miglior undici della competizione. Contratto fino al 2027 ma il rinnovo è una assoluta priorità per un giocatore che è il meno pagato tra i titolari in rosa.

Leandro PAREDES
Il ritorno del “Mago”, nella scorsa estate, non è stato accompagnato da particolari entusiasmi. Nonostante il palmares accumulato nei 6 anni lontano dalla Roma tra Zenith, PSG e Juventus la stella dell’argentino sembrava offuscata dopo un paio di stagioni condizionate da un problema fisico, con conseguente operazione che ne aveva limitato il rendimento a Torino.
Arrivato per soli 2,5 milioni di euro via Parigi, dopo un avvio stentato ha pian piano preso le redini del centrocampo giallorosso sotto la guida di Josè Mourinho per poi imporsi definitivamente con l’ex compagno di reparto da cui ha ereditato il numero di maglia. Per lui 49 le presenze stagionali, impreziosite da 5 reti e 7 assist. La nuova Roma di DDR non può prescindere dalle geometrie, l’esperienza e la “garra” del sedici.

Romelu LUKAKU
Big Rom ovvero la forza dei numeri: 21 gol in 46 partite, di cui 13 in campionato, 7 in Europa League e 1 in Coppa Italia con una media-gol di quasi una rete ogni due partite. Solamente il Re dei bomber Lautaro Martinez ha fatto meglio di del belga in stagione mentre, in campionato solo Vlahovic e il capocannoniere interista lo hanno superato al netto dei rigori tirati.
Restando all’interno del Raccordo Anulare negli ultimi 10 anni solo Edin Dzeko (due volte) e Abraham nella stagione di grazia 2021-2022 hanno saputo segnare più.
Numeri che confermano il valore dell’attaccante nonostante la sua media gol sia andata decrescendo  facendo mancare il suo indispensabile apporto realizzativo nei due ultimi turni di Europa League, complice anche il cambio di modulo intervenuto con il cambio in panchina. La sua mancata conferma apre ufficialmente la caccia all’attaccante capace di dare peso e sostanza alla nuova Roma di DDR.

FLOP

Renato SANCHES
Se due indizi fanno una prova a Roma di Renato ce n’è uno e di mestiere non fa certo il calciatore. L’Ossessione calcistica del Ds Tiago Pinto riesce nell’impresa di far peggio del suo omonimo brasiliano, Renato Portaluppi, sbarcato nella Capitale negli anni ’80 e di cui almeno si ricordano alcuni numeri sul campo. Del Renato portoghese restano i 18 minuti al Dall’Ara sotto la gestione Mourinho e il rigore procurato a Napoli nell’ultima apparizione con la maglia giallorossa a fine aprile prima dell’inevitabile ritorno a Parigi. In totale per lui 261 minuti tra campionato ed Europa League il cui peso specifico è stato pari a quello della rete segnata nella goleada contro l’Empoli: il nulla.

Houssem AOUAR
Il franco-algerino doveva essere il più pronto tra i rinforzi estivi per il centrocampo di Josè Mourinho ma il numero 22, nella sua prima stagione italiana, ha confermato tutti i limiti e le perplessità che ne avevano accompagnato la carriera oltralpe.
Arrivato a parametro zero dal Lione e con un contratto fino al giugno 2028 è entrato nelle rotazioni a metà campo fino a novembre per poi sparire dai radar a causa di problemi muscolari, convocazione in Coppa d’Africa e scelte tecniche che, soprattutto sotto la guida di DDR, lo hanno visto spesso penalizzato. Nonostante le 4 reti messe a segno nei 774 minuti giocati in campionato la sua eventuale permanenza sarà una necessità più che una scelta, improbabile ci sia la fila per assicurarsi le prestazioni del nazionale algerino.

Rick KARSDORP
Per il secondo anno consecutivo si aggiudica la palma di catalizzatore dei malumori romanisti. Nello scorso campionato fu indicato da Josè Mourinho come causa dei mali giallorossi e messo ai margini, per poi essere colpevolmente riproposto nuovamente nella stagione appena conclusa.
Arrivato nel 2017 su “intuizione” di Monchi, dopo l’infortunio e il passaggio a Rotterdam non solo è stato reinserito in rosa, ma il suo contratto è stato prolungato al 2025. Prestazioni scadenti e atteggiamento indisponente ne hanno fatto anche quest’anno lo spauracchio dei tifosi fino alla disastrosa prestazione contro il Bayer Leverkusen all’Olimpico, in una serata che speriamo abbia messo la parola fine alla sua esperienza a Roma. Confidiamo in Ghisolfi con la certezza che fare meglio di Monchi, Petrachi e Pinto nella ricerca di un terzino destro non sarà impresa impossibile.

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