RASSEGNA STAMPATOP

EDICOLA. Roma, sveglia in tre mosse

IL MESSAGGERO (Trani) – Il reset immediato della Roma, dopo la settimana dell’involuzione (1 punto nei match contro l’Atalanta e il Milan), è il passaggio obbligato in questa fase della stagione. E ovviamente tocca a Di Francesco il ripristino urgente della situazione iniziale. In sintesi, dopo la confusione tattica delle ultime 2 gare, bisogna riavviare e riproporre quei concetti che l’allenatore ha portato avanti per 14 mesi. Va, però, chiarito il punto fondamentale per procedere nella direzione giusta: senza la migliore condizione atletica, ogni intervento in allenamento e anche in partita rischia di essere fine a se stesso.

Eusebio, da oggi pomeriggio, riprende a lavorare con la squadra a Trigoria. L’addestramento sarà parziale, con mezzo gruppo: sono 13 i nazionali, quindi gli assenti. Così anche l’amichevole di giovedì a Benevento sarà utile solo a metà. Meglio di niente, comunque. Il test verrà sfruttato per aumentare il minutaggio di chi ha giocato meno e di chi è indietro, a cominciare da Fazio, Karsdorp e lo stesso Perotti. Il programma quotidiano durante la sosta, per il resto, è scontato: lavorare sulla traccia che non c’è più. Con 3 mosse, utili per ritrovare la solidità e l’equilibrio dell’assetto. E l’identità.

LINEA DA RIQUALIFICARE – La difesa della Roma, nel torneo scorso, è stata seconda solo a quella della Juve campione: appena 4 gol subiti più dei bianconeri (28/24). Olsen non ha incassato reti a Torino, poi 5 in 2 match. Le gaffe dei singoli, di reparto e di squadra hanno evidenziato la fragilità attuale. In 51 partite della stagione passata furono 23 i clean sheet (18 in serie A e 5 in Champions, 22 con Alisson in porta e 1 con Skorupski).

Contro l’Atalanta e contro il Milan, l’improvviso black out per il tiro al bersaglio degli avversari, con il record all’Olimpico della squadra di Gasperini: 16 conclusioni nel 1° tempo. Il quartetto usato nelle prime 2 gare è lo stesso dell’anno scorso: Florenzi, Fazio, Manolas e Kolarov. Restano i più affidabili, avendo poi i ricambi in ogni ruolo: Karsdorp a destra, Luca Pellegrini a sinistra, Santon per le 2 fasce, Marcano e Jesus centrali. Ma Di Francesco, con i 4 titolari, va sul sicuro. Fazio e Kolarov devono però entrare in forma. La difesa a 3, bocciata a San Siro, è l’opzione in corsa.

BARICENTRO DA SISTEMARE – Il 4-3-3 è scomparso dopo il viaggio a Torino e il 1° tempo contro l’Atalanta. E’ il sistema di gioco di riferimento dell’allenatore: lo rivedremo presto. Inutile, invece, tirare in ballo ancora Strootman, unico intermedio della rosa capace di interpretare correttamente le 2 fasi: non c’è più. Bisogna aspettare Cristante e Lorenzo Pellegrini, scoprire Coric e Zaniolo e capire se, in alcune partite, De Rossi e Nzonzi potranno convivere nel centrocampo a 3. Con loro, assetto meno sbilanciato. L’ultimo arrivato sa fare la mezzala, posizione che Pastore si deve riprendere per avere spazio nella Roma. All’allenatore piace poco la formula con il trequartista.

FASCIA PROTETTA – Monchi ha acquistato solo Kluivert per il ruolo di esterno offensivo. Sinistro. Di Francesco, però, lo vede bene pure a destra. Il ds avrebbe portato a Trigoria anche Malcom, a conferma che la Roma vuole sfruttare le corsie, con il 4-3-3 o il 4-2-3-1. Di interpreti ce ne sono in abbondanza: Under, Perotti, El Shaarawy, Kluivert e, volendo, Coric. Ecco perché è inutile forzare in quella posizione Schick. Che è il vice di Dzeko. Da Milano in poi, i giocatori andranno utilizzati dove si trovano a loro agio. Per essere di nuovo squadra.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *