ROMA-UDINESE. Mi ritorni in mente…
L’Udinese avversario domani allo stadio Olimpico, ore 18, non è stata la vittima preferita di Francesco Totti, venendo dietro a Parma e Sampdoria. Probabilmente, però, è la squadra contro la quale il Capitano ha messo maggiormente in luce tutte le sue doti, segnando reti che hanno contrassegnato momenti indelebili della sua carriera.
Quattordici le marcature e 5 doppiette, la prima nel campionato 1997-98 al Friuli dove, nonostante la sconfitta, incanta andando a segno prima dalla distanza e poi con una perla delle sue; Di Francesco lancia di esterno dalle retrovie, stop del pallone di destro da parte di Francesco e sinistro a insaccare.
Nella stagione successiva, alla sesta giornata, entra in campo per la prima volta con i gradi di capitano designato dopo aver indossato la fascia due settimane prima per l’assenza di Aldair. Esordio impreziosito da altre due gemme. La prima di pura tecnica, con un tocco a eludere l’uscita del portiere e la seconda di potenza. Rilancio di Chimenti, Delvecchio fa da torre verso il 10 che di prima intenzione fulmina con una botta al volo sotto la traversa uno sconsolato Turci.
L’inizio di una leggenda che trova il suo compimento cinque anni dopo, sempre a ottobre e sempre contro i bianconeri all’Olimpico. La Roma di Fabio Capello deve assolutamente vincere dopo un avvio stentato ma nonostante il vantaggio iniziale nella ripresa gli ospiti pareggiano su punizione di Pizarro deviata fortunosamente da Sensini. Nel momento di maggiore difficoltà Francesco sale in cattedra, prendendosi la squadra sulle spalle e trascinando i giallorossi alla vittoria con due reti di cui una da cineteca. Assist di Batistuta, una rarità, stop di testa e botta di destro a incrociare per fulminare De Sanctis. Pubblico in delirio e un coro da tanti anni sopito torna a innalzarsi dalla Curva: “Un Capitano, c’è solo un Capitano!”. Una prima volta a cui fece da spettatore anche Luciano Spalletti in qualità di allenatore avversario. Il tecnico di Certaldo, molti anni dopo, avrà ancora a che vedere con quello stesso canto e lo sconfinato amore delle gente giallorossa per il suo simbolo.
Simbolo e protagonista assoluto del terzo scudetto, anno nel quale non poteva mancare la “magia” contro i bianconeri, forse la più bella. Cafu sulla trequarti alza lo sguardo e vede Totti sulla parte opposta, assist del brasiliano e sinistro da extraterrestre al volo a incrociare sotto al sette. Un’immagine entrata di diritto nella storia del calcio italiano.
L’ultima doppietta Francesco la sigla in trasferta nella stagione 2010-11, con tanto di sigillo della casa: cucchiaio ad Handanovic dagli undici metri e Roma in vantaggio.