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La Roma non si ritrova più. Gol ed errori: 2-2 con i viola

(LA REPUBBLICA, Pinci) Deve esserci un virus che circola tra chi insegue il quarto posto. La Roma malaticcia non poteva non prenderselo, sprecando l’ennesima occasione di tornare in corsa per la Champions, contro la decima in classifica mutilata per un’ora del suo miglior giocatore. Eppure ha sempre dovuto inseguire la Fiorentina per poi fermarsi non oltre un 2-2, utile solo ad annaffiare i rimpianti. L’Olimpico per una volta d’accordo con Pallotta nel chiedere di tirare fuori gli attributi a una squadra ancora attaccata al respiratore. E in cui le uniche, timide oscillazioni le fanno registrare Zaniolo e Kluivert, non per caso i più giovani in campo. Eppure, il rischio di salutare definitivamente le ambizioni europee con la terza sconfitta consecutiva è stato più forte della speranza di accorciare il distacco dalla quarta.

Congelato da tre settimane nonostante i passi falsi del Milan, che la Roma s’è preoccupata di emulare con una precisione quasi chirurgica. L’ultimo paradosso sarebbe stato farsi inchiodare alla resa dal gol dell’unico fiorentino ancora a libro paga, quel Gerson che la prossima stagione potrebbe tornare a Trigoria, dove però ha già tradito la promessa di erede brasiliano di Totti. Un’etichetta che ora pesa sulle spalle di Zaniolo, a cui la nazionale – come a Kean, persino a Verratti – ha restituito il gol che non trovava dalla notte magica di Champions contro il Porto. Il problema è che quel traguardo sempre più rarefatto che è il quarto posto rischia di compromettere anche il suo futuro romanista. Oggi è fissato il primo appuntamento per discutere il rinnovo del contratto di Zaniolo, che entro giugno vedrà impennarsi il suo compenso di dieci volte, dai 200mila euro attuali a circa 2 milioni. Ma al suo agente ha squillato il telefono con telefonate da Torino e Manchester: Juventus e City mettono sul piatto soldi a cui la Roma dovrà trovare la forza di dire no. E senza Champions sarà inevitabilmente più complicato. Dal 2013, era sempre finita tra le prime tre, ora divide il sesto posto col Toro.

Far la Champions o meno condizionerà ovviamente il budget estivo a disposizione della Roma. Proprio per parlare di cifre una delegazione di dirigenti potrebbe volare da Pallotta, la prossima settimana: l’occasione per costruire le basi dell’ennesima rivoluzione. La priorità in agenda è la scelta del direttore sportivo, con Pallotta che pretende l’ingaggio del portoghese Luis Campos suggerito dal ventriloquo Franco Baldini. Mentre la dirigenza romana spinge per soluzioni meno esotiche: quella interna (una direzione tecnica bicipite con Totti e l’attuale ds Massara) o comunque italiana (il già consultato ds del Torino Petrachi). Scelta che condizionerà quella per la panchina del futuro, visto che da Roma hanno intenzione di fare un tentativo per Conte caldeggiando la pista Gattuso, mentre dagli States sognano Sarri. In ogni caso il tempo delle posizioni divergenti è agli sgoccioli: la Roma spaccata in due anime poco avvezze a dialogare con profitto dovrà trovare una sintesi a brevissimo.

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