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GRAVINA “È un momento delicato. Restiamo vigili perchè i rischi sono alti”

Gabriele Gravina, presidente della FIGC, è stato intervistato da Sky Sport. Queste le sue parole:

E’ sollevato e più soddisfatto?
Siamo sempre attenti, in una fase sempre meno complessa, ma è un momento delicato. E’ il momento della programmazione, pronti per ripartire ma vigili perchè i rischi sono molto alti.

Quanto ha influito il movimento europeo?
Sapevamo benissimo che all’interno dei top 5 campionati non potevamo essere estranei a questa ripartenza. Il titolo de L’Equipe è emblematico e sono contento di non doverlo leggere per quanto ci riguarda. Oggi portiamo a casa un risultato importante all’interno del nostro panorama internazionale. Ha influito la nostra determinazione, è stato molto utile essere coordinati con la UEFA.

Una fotografia del nostro calcio dopo giovedì?
Il calcio ne esce in maniera rafforzata, armoniosa. L’incontro con il Ministro è stato un momento di grande condivisione di un percorso. Eravamo più sollevati da un peso che portavamo dentro da tantissimo tempo. Un calcio che ha dimostrato grande coerenza dall’inizio, un calcio che ha preso consapevolezza anche dei suoi limiti. Abbiamo dialogato con Spadafora, abbiamo costantemente avuto confronti interni. Ci sono stati momenti di tensione, ma il calcio ne esce con grande forza, con grande possibilità di dare messaggi di speranza al nostro Paese. Sappiamo comunque che i rischi sono presenti e dietro l’angolo. Dipenderà molto dal nostro senso di responsabilità ed anche un pizzico di fortuna.

Che momento è stato?
Complesso, difficile, ma per tutto il nostro Paese. Impegnativo anche, costernato da una serie di piccoli accenni a momenti di grande amarezza, soprattutto legato a quello che è la capacità di relazionarsi. Sono venuti fuori aspetti chiari ed evidenti, mostrando il vero volto dei personaggi che ti circondano. Ho capito tante cose. Questo periodo mi ha insegnato molto, ho seguito alcune indicazioni che sono arrivate anche da Papa Francesco. Ha messo a nudo quella che è la vulnerabilità del nostro essere umano, abbiamo capito quante fragilità abbiamo e questo mi ha reso molto più forte rispetto a prima.

È vero che sta pensando ad un nuovo format per accorciare la prossima stagione?
Se il campionato è in grado di partire il 12 settembre, andando ad intensificare il periodo della sosta invernale, chiuderemo nei tempi giusti. Valutiamo però anche soluzioni alternative.

A chi faceva riferimento prima? Ci sono state mosse politiche?
I nomi li tengo per me perchè è un rapporto mio e personale. Ma sono abbastanza evidenti i termini di confronto che ci sono stati in questo periodo. Voglio escludere qualsiasi tipo di riferimento a contrasti di natura politica, sarebbe gravissimo. Mi dispiacerebbe per il calcio italiano che è uno dei riferimenti per lo sport italiano. Ha una funzione importante, non solo economica, ma ha una multi dimensionalità che merita rispetto. Il mio agire è stato sempre ispirato da grande determinazione, ma anche da prudenza per la salute.

I piani B e C, può dirci qualcosa in più?
Abbiamo sempre limitato quello che in tanti hanno invocato per il piano B, andava al di là di quelle che erano le esigenze. Il piano B è strutturale, molto chiaro, prevede che, in caso di momentanea sospensione della regular season, un ricorso ai playoff e ai playout. Un format più contenuto e leggero per far si che ci sia il merito sportivo. Se il campionato dovesse subire un’interruzione definitiva dovremo ricorrere in un algoritmo che terrà conto di diversi fattori legati ai risultati sul campo. Ad elementi oggettivi di una squadra.

Non ci sarà la cristallizzazione ma un ricalcolo?
Ci sarà una cristallizzazione, l’algoritmo proietta la classifica di quel momento alla fine del campionato.

Contratti?
Tema molto delicato, la FIFA ha dato delle indicazioni. Stiamo cercando di arrivare ad un accordo tra tutte le componenti.

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