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EMPOLI-ROMA. A PRIMA VISTA di Paolo MARCACCI

Prima di ogni altra cosa, auguri agli amici dell’Unione Tifosi Romanisti, ventidue anni al fianco della Roma. Una Roma che oggi affrontava una trasferta tanto golosa, per realizzare finalmente un mini ciclo, quanto pericolosa, come ben indicato da Mourinho in conferenza. Abbiamo già definito la squadra di Andreazzoli come una piacevole “orchestrina”, al netto dei tanti gol incassati, 43, e del fatto che in casa l’ultima vittoria risale allo scorso 6 dicembre, 3 – 1 contro l’Udinese. Squadra che crea tante occasioni quante ne subisce, per questo la trequarti della Roma sembra costruita in partenza per far male in verticale, ovviamente con il pregiudizio positivo di poter avere un Mkhitaryan ispirato come in Coppa Italia e uno Zaniolo propenso a innestare le marce alte in progressione. 

Primo tempo tecnicamente lussureggiante, con Sua Maestà l’interno destro, ovvero Sérgio Oliveira e l’uomo in più a sinistra, ovvero Maitland Niles, quando ci è voluta un po’ di pazienza per aprire la partita. Proprio perché è stato così dominato il primo tempo, ha ancora più senso fare una riflessione: come si può non concedere un rigore come quello su Zaniolo, a maggior ragione nella domenica in cui viene concesso quello di Napoli – Salernitana?

La ripresa in sintesi? Dignità empolese e solenni incazzature di Mourinho per le disattenzioni; ma oggi la Roma è più forte persino di se stessa, soprattutto quando la palla la coccola e la protegge l’interno destro di Sergione Oliveira.