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Il Maestro e l’Ingegnere

EDITORIALE – “Sono passati 30 anni ma nulla è cambiato”. Certo, allo specchio qualcosa di diverso si nota ma a vederci sulle tribune dell’Olimpico o ritrovandoci ad ascoltare le conferenze del Mister in fondo, ancora una volta, ha ragione Mou. Al netto dei satelliti, degli arabi e delle tante ronaldate del calcio moderno restano 11 giocatori, un pallone e le emozioni dei tifosi. Allo stesso modo dietro le mille maschere di questo showbiz, che qualcuno si ostina ancora a chiamare sport, si nascondono sempre le solite facce ed i soliti interessi.

L’Ingegnere di Aulla e il Maestro di Setubal, romani come solo chi ha scelto questa città e sposato i suoi colori può essere, entrambi con una precisa missione: liberare il popolo giallorosso dalla tirannia dei sogni e, per dirla alla Pulp Fiction, da quella degli uomini malvagi che, oggi come allora, spadroneggiano nei salotti buoni del calcio italiano.
Chissà che coppia sarebbe stata, roba da fare invecchiare di 30 anni in un solo giorno certi personaggi. Forse sarebbe stato chiedere troppo, accontentiamoci del privilegio di averli ed averli avuti: “Per i tifosi, per noi, per il calcio”.

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