CAMPIONATOSTORIA DI IERI di Diego AngelinoTOP

ROMA-CAGLIARI. “Storia di ieri”, riflessioni del giorno dopo…

di Diego ANGELINO – Servivano nove punti in tre partiti e tanti ne sono stati ottenuti. Al netto del livello delle avversarie, la Roma ha giocato ieri la migliore delle gare da quando De Rossi ne è l’allenatore.

Il ricordo sentito di Giacomino Losi e Gigi Riva prima del match accomuna le due tifoserie, oggi certamente più sole. 

La qualità di Angeliño per un cross perfetto dopo 8’: “Non ne vedevo uno da trent’anni!”, semicitando il Biff Tannen di “Ritorno al futuro”, stupito davanti alla DeLorean volante. 

Gli angoli, a lungo caratteristica positiva della Roma di Mourinho, tornano a essere un fattore come Lorenzo Pellegrini, al terzo goal consecutivo. 

Il Cagliari deve cambiare idea tattica dopo un minuto e si aprono così gli spazi per la qualità offensiva della Roma. 

Nel secondo goal romanista viene fuori tutta, con la rete che parta da un velo di Dybala a metà campo: l’argentino va poi a chiudere l’azione più bella della partita e non solo. 

Il match appare già in ghiaccio ma c’è un colpevole spazio per Lapadula – bravo Rui Patricio – e due errori di Karsdorp, col secondo che porta a un potenziale rigore.

Ci pensa però il VAR, spesso distratto fino a un paio di settimane fa, a intervenire per sconfessare Marcenaro: meglio così e si resta sul 2-0.

Il rigore che chiude la partita (me lo danno a Milano o a Torino sullo 0-0?) permette a De Rossi di iniziare a pensare all’Inter.

Fuori i diffidati Llorente e Pellegrini: non si sa mai, anche se al momento siamo tornati “simpatici” alle furono giacchette nere. Esce poi Dybala per l’esordio – volitivo – di Tommaso Baldanzi.

Chi entra fa bene: da Zalewski a Kristensen si vedono giocate tecniche personali. Ma la partita è già volata via.

Anche perché l’ha suggellata Huijsen, con un terzo tempo di testa invidiabile: fossi nei Friedkin farei una proposta indecente – troppi ce ne sono sacrificabili, nella rosa attuale – per provare ad acquistarlo.

Tante cose buone: la leggerezza che hanno i giocatori, con De Rossi abile a capire come vada gestito ora psicologicamente il gruppo.

Di negativo le disattenzioni difensive già viste con Verona e ancor più Salernitana: infilate centrali dove Simy e Lapadula perdonano; più difficile lo facciano Lautaro e Gimenez del Feyenoord.

Cristante bene mezzala di inserimento, Paredes addirittura rapido in tante giocate, Mancini puntuale ed El Shaaraay ottima ala tornante. 

De Rossi getta giustamente acqua sul fuoco: è stato calciatore fino a poco tempo fa e sa bene come ci voglia un nonnulla a passare da salvatore della patria a ex allenatore. 

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