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Roma-Sassuolo. DE ROSSI: “Pellegrini capitano vero. Fondamentale vincerle tutte”

Al termine del match vinto contro il Sassuolo, Mister De Rossi ha parlato ai microfoni di Dazn. Queste le sue parole:

Quanto è importante questa vittoria soprattutto in una partita così complicata?
“Fondamentale, fondamentale vincerle tutte. Abbiamo iniziato questa rincorsa, non so se tutti ci credevano come ci credevamo noi. Le avversarie stanno andando velocissime quindi devi vincerle tutte. Quando ne vinci tante qualcuna la vinci tra virgolette passeggiando, facendo tanti gol, altre facendo più fatica. Il Sassuolo è stato bravo, noi meno brillanti e statici. La Roma però non è la prima volta che vince grazie al guizzo dei suoi campioni”.

Che cosa rappresenta Pellegrini per De Rossi?
“In questi due mesi non mi posso lamentare, ha segnato praticamente quasi in tutte le partite. Pellegrini è il capitano della Roma e non è facile farlo. Questo ruolo ti porta mugugni quando le cose non vanno bene, perché sei romano e sei il primo ad essere bersagliato. Io lo so perché ci sono passato, oggi ho ricevuto tanti cori ma ci sono stati momenti in cui ero sempre sotto l’occhio del ciclone. Pellegrini porta questa fascia con una maturità che mi ha stupito, io l’ho lasciato che era un ragazzo giovane, ora sono tornato e ho trovato un vero capitano. Non basta avere la fascia per esserlo. Lui aiuta i compagni, è professionale e inoltre è fortissimo. Sono contento che vada in Nazionale, quello è il suo livello”

Si diceva che fosse impossibile arrivare in Champions con questa rosa, ma lei sta dimostrando il contrario.
“Io ho sempre detto che la Roma ha la squadra per lottare per quel traguardo. È forse inferiore all’Inter, al Milan e alla Juve, ma con le altre ce la possiamo giocare. Anche con le squadre con una rosa migliore di noi ce la possiamo giocare. Nel calcio non conta solo il valore del cartellino dei giocatori altrimenti il Bologna sarebbe decimo. Noi per primi dobbiamo credere in noi stessi, se non lo facciamo è difficile fare punti”.

Quanto la inorgoglisce vincere una partita di sofferenza? Questa squadra ha altri margini di miglioramento?
“Ho fatto parte di gruppi della Roma fortissimi e in queste annate c’erano anche partite di questo tipo, vinte risolvendo grazie ai guizzi dei singoli. Il Sassuolo è una squadra forte, la sua classifica non ne rispecchia il valore, ci sono partite che vinci così. Non vincerla sarebbe stata una mazzata prima della sosta, tornare a prepararsi con due punti in meno”.

Si aspettava una situazione più difficile da gestire quando è arrivato?
“Non è facilissimo. Magari c’è bisogno di qualche capello bianco in più per gestire le cose quando l’atmosfera è un po’ calda ma sono stato fortunato a trovare questa opportunità di lavoro, arrivata non certo per i risultati conseguiti, e una società e un gruppo di giocatori che si sono fidati di me e del mio staff. Per fortuna o per sfortuna manca ancora ancora tanto e facciamo ancora in tempo a migliorare ma anche a rovinare tutto se non facciamo le cose nel modo giusto”.

Il suo ricordo più bello da allenatore della Roma?
“Non saprei. Oggi ho ricevuto un coro, uno striscione e un abbraccio ideale da parte dei tifosi. Ricevere queste dimostrazioni di affetto sotto un’altra veste non ti lascia indifferente. Forse la prima partita è stata quella in cui mi sono emozionato di più, gli abbracci con i giocatori e con lo staff nello spogliatoio… Però ci sono state anche altre partite come quella col Brighton. A Trigoria viviamo bene, c’è una bella atmosfera”.