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RIVISTA LA ROMA. IO CHE AMO SOLO TE: Roma Caput Mundial…

Sarà triste per gli italiani il Mondiale che dal prossimo 14 giugno prenderà il via in Russia per concludersi il 15 luglio con la finale del Luzhniki Stadium di Mosca. Gli azzurri, eliminati dalla Svezia, marcheranno visita per la terza volta nella loro storia e a sessant’anni dall’ultima assenza.

Se nel 1930 a Montevideo la defezione fu il risultato di un’accesa polemica dei nostri vertici federali coi colleghi uruguagi, accusati di averci sottratto l’organizzazione dell’edizione inaugurale, nel 1958 furono i trascurabili nordirlandesi a negarci il visto per Stoccolma. In attesa che i CT impegnati ufficializzino le loro convocazioni, non ci resta che scegliere a chi destinare le nostre simpatie.

Al Brasile di Alisson o all’Argentina di Fazio, alla Polonia di Skorupski o alla Serbia di Kolárov? Oppure andremo a ripescare vecchi amici vicini o lontani come Szczęsny, Mário Rui, Benatia, Marquinhos, Digne, Kjær, Rüdiger, Héctor Moreno, Vermaelen, Jedvaj, Salah? Pochi giorni per decidere, un mese per goderci l’ennesimo capitolo di una saga lunga ormai ottantotto anni, ricca di curiosità utili a comprendere quale legame antico e profondo unisca la Roma all’affascinante epopea mondiale.

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LA ROMA 368 – Maggio\Giugno 2018
IO CHE AMO SOLO TE… di Alfio RUSSO
“Roma Caput Mundial”

Sono dunque al momento quarantanove, nelle venti edizioni finora concluse e alla vigilia della kermesse russa, i calciatori giallorossi convocati dai rispettivi selezionatori per le fasi finali dei Campionati del Mondo. Se però consideriamo tutti coloro che nella storia hanno indossato la maglia della Roma o ne sono diventati allenatori prima o dopo aver partecipato ai Mondiali, i protagonisti diventano 152, capostipite l’allora centrocampista dell’Estudiantes Alejandro Scopelli, vicecampione con l’Argentina nel 1930, che passò alla Roma nel 1933 ed esordì come oriundo nella Nazionale azzurra. L’appuntamento in Russia incrementerà sensibilmente questi dati.

Lo stadio milanese di San Siro è stato teatro di due storiche prime volte. 3 giugno 1934, è di Guaita, al 19’ della semifinale Italia-Austria, la prima rete giallorossa in una fase finale mondiale, convalidata dall’arbitro svedese Eklind malgrado le feroci proteste dei nostri avversari per una presunta carica di Meazza ai danni del portiere Platzer, imperfetto nel ribattere una conclusione di Schiavio. Il “Corsaro Nero” aveva esordito in Nazionale a febbraio proprio contro il “Wunderteam” rifilando in due minuti al suo antagonista una doppietta bella quanto inutile per il risultato.

Appartiene al tedesco volante Voeller invece, nel bel mezzo di un’annosa querelle mannschaft-oranje archiviata solo sei anni dopo tra scuse e sorrisi sul set di un servizio pubblicitario, la prima espulsione comminatagli nella gara contro l’Olanda disputato il 24 giugno 1990, dal disastroso fischietto argentino Loustau. La colpa di Rudi? Quella di aver reagito maldestramente ad un raffinato repertorio di provocazioni, condite da un paio di odiosi sputi, dell’irritante Rijkaard, anche lui cacciato dal campo dopo aver completato soddisfatto la sua opera di annientamento psicologico del rivale.

Al Mondiale del 1934 Pozzo porta tre calciatori della Roma…

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