A PRIMA VISTACOPPE EUROPEETOP

ROMA-BORUSSIA MONCHENGLADBACH. A PRIMA VISTA… di Paolo MARCACCI

Viene giù che Dio la manda, la pioggia, tanto che la Tevere di fronte sembra di scrutarla attraverso uno schermo eccessivamente puntellato di pixel. Immagine poetica per dire che abbiamo fatto bene ad arrivare presto allo stadio, visto che chi si è precipitato, per onorare l’orario particolarmente scomodo, si è beccato anche tutta l’acqua di un autunno improvviso. Sembra quasi di essere in Germania, non solo per il cielo sempre più irrequieto ma anche perché il Distinto Nord, lato Monte Mario, è stato completamente riempito dai sostenitori del Borussia Moenchengladbach. 
Luminarie e fumoni dal settore teutonico, solofolklore e basta, al momento dell’ingresso delle due squadre sul terreno di gioco lucido di pioggia ma integro, sufficientemente drenante. 

Tanto Borussia, questo va detto, sia per quanto riguarda la pressione territoriale che la ricerca della conclusione. Una traversa, con il difensore Bensabaini e una serie di percussioni per vie centrali di Embolo, propenso alla sportellata ma attenzionato da Fazio con assoluta lucidità. Forse il terreno gravido di pioggia dà una mano al centrale argentino. 
Pastore quasi dannoso, per i primi venti minuti, anche perché lascia sfilare pericolosamente più di un pallone; Kluivert complessivamente insussistente, nonostante il moto perpetuo. Macini inventato da Fonseca in mediana rivela intelligenza tattica e propensione alla giocata elementare. Si affaccia anche in rifinitura. 

Minuto 32: angolo di Veretout dalla lunetta posta tra Curva Nord e Tribuna Tevere; decolla Zaniolo con elevazione poderosa e torsione apollinea, trascorrendo un secondo in sospensione. Impatta la sfera con il…Capello giusto. Uno a zero, pesante come ghisa, dopo il predominio degli uomini di Rose. E comincia a implodere il Borussia, per la frustrazione, fino alla fine della prima frazione. 

Secondo tempo, pioggia incessante, Borussia arrembante. Cominciano a veder sfiorire la propria Europa League, Embolo e compagni. Al minuto 61, Perotti per Pastore, nella Roma; Rose sostituisce Herrmann con Perotti. 

Piove piove: non solo sul nostro amor, per dirla con Modugno, ma anche in tribuna stampa, per dirla coi malcapitati collocati troppo in alto. Ammonito Kluivert al minuto 71, dopo che Rose comincia a meditare di tirar fuori Embolo. Comincia a strisciare acqua, la palla, quando pesantemente scorre rasoterra. 

Tedeschi in ribasso agonistico, ora; fuori Zaniolo, in un’ovazione; dentro Antonucci per un finale più conservativo. 

L’atmosfera comincia a ricordare un’altra Europa League, che ancora si chiamava Coppa UEFA, contro un’altra tedesca che era il Colonia, trentasette anni fa. 
Al minuto 84 Florenzi rileva Kluivert. Sprecherà il diagonale dell’ipotetico raddoppio. 

Come finisce stavolta? Bene, stavamo per dire. dopo qualche patimento residuo e sarebbe stato importante per tutti. Rigore inesistente decretato da Collum. 

Operazione nozze coi fichi secchi quasi compiuta. Lo meritava Paulo Fonseca, ancora di più questa gente zuppa e orgogliosa. Peccato, ma la Roma c’è. 

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