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RIVISTA LA ROMA – Io che amo solo te: William Thomas GARBUTT

In questo viaggio nella storia della Roma, questo mese Alfio Russo ci racconta William Thomas GARBUTT, l’allenatore inglese che nel 1927 viene assunto come allenatore della neonata Roma. In due anni vince una Coppa CONI.

Come sempre per i nostri amici digitali, un piccolo assaggio… Vi aspettiamo in edicola!!!


LA ROMA 365 – FEBBRAIO 2018
William Thomas GARBUTT… Il primo Mister…

Il calendario appeso alla parete segnava la data del 16 febbraio 1964 in quel grigio, modesto villino affacciato sull’anonima Priory Road. Il cielo su Warwick, piccola cittadina delle West Midlands, era una lastra di piombo sospesa sulla monotonia di quel classico inverno della provincia inglese. Non faceva freddissimo ma il vecchio Willy ormai era obbligato a dividersi tra il letto e la sua poltrona preferita, gettando ogni tanto lo sguardo su quella strada silenziosa e poco trafficata. Un’ulcera gastrica, il diabete, l’artrosi e una sopraggiunta leucemia linfatica cronica, unite alle difficoltà respiratorie, furono gli indomabili avversari a cui cedette la sfida della vita.

L’ultimo viaggio fu verso il cimitero di Canley, nella vicina Coventry, strazio di pochi intimi che videro spargere le sue ceneri vicino ad un’aiuola di rose, da tutti definita “il posto degli innamorati”. Football Association e stampa britannica ignorarono la scomparsa di quell’autentico mito di cui nel tempo sembravano essersi dissolte le tracce. Le vecchie glorie del suo periodo italiano parteciparono invece al lutto con intensa commozione, ricordandolo come formidabile maestro di sport, persona amabile, padre premuroso, uomo perbene. William Thomas Garbutt.

Thomas Skeen ed Emily Elisabeth, già genitori di sette figlie femmine, ora volevano ad ogni costo un maschietto in famiglia. Desiderio reso più vivo dalla prematura scomparsa del piccolo Joseph Skeen che aveva gettato nello sconforto quella riservata quanto numerosa tribù di Hazel Grove, Stockport, Lancashire. Il sogno fu finalmente esaudito quando il 9 gennaio 1883, fuori dalla porta di casa Garbutt in London Road, stavolta fu appeso un fiocco azzurro ad accogliere l’arrivo del piccolo William Thomas.

L’infanzia spensierata e vivace di Willy subì un amarissimo colpo quando, appena compiuti otto anni, suo padre venne a mancare. Lo studio non faceva per lui che al contrario già viveva le sue giornate correndo dietro ad un pallone, che fosse una sfida tra ragazzini del quartiere o un semplice solitario battimuro. Bisognava far quadrare le magre finanze di famiglia e l’umile impiego come costruttore di scatole in un laboratorio locale non era certo la massima realizzazione possibile.

Il pensiero di Willy volava verso orizzonti lontani tanto che riuscì ad arruolarsi nella Royal Artillery, della cui squadra di calcio presto diventò indiscutibile protagonista. Venne destinato alla base irlandese di Clonmel e fu lì che lo raggiunse l’inattesa notizia della morte della madre. Non aveva ancora vent’anni e già la vita lo metteva a dura prova. La sua reazione fu veemente e quel pallone divenne il mezzo per calciare via tutte le amarezze, le immani perdite e la rabbia per essere cresciuto troppo in fretta. All’ala destra il biondino, magro e brevilineo, ci sapeva fare al punto che il suo nome comparve sul taccuino di qualche scout in cerca di talenti. Fu il Reading, società di Southern League, ad ingaggiarlo ma presto arrivarono quelli del Woolwich Arsenal a corteggiarlo e a portarlo a Londra.

Alla vigilia del Natale 1905 quel timido giovanotto del Nord-Ovest esordiva con la maglia dei Gunners.

 

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