RASSEGNA STAMPATOP

Dal gol della Conference agli stracci in appena 8 mesi

(LA REPUBBLICA, Torri) Chi ha sbagliato? Stavolta neppure la contagiosa simpatia dell’indimenticabile Boskov, potrebbe rispondere Pagliuca. Perché nel pasticciaccio brutto che è stata, è e sarà, la vicenda di Zaniolo, non vediamo innocenti. Hanno sbagliato tutti. Confezionando una storia oltre i confini della realtà, conclusa con il giocatore “fuori dal progetto tecnico della Roma”. Ha sbagliato, tanto per cominciare, il procuratore del ragazzo, il pur navigato Claudio Vigorelli che ha suggerito al suo assistito di sbattere in faccia alla Roma la sua intenzione di non voler vestire più la maglia giallorossa senza avere in mano un club in grado di soddisfare le richieste da star del giocatore, tantomeno quelle economiche per il cartellino.

Ha sbagliato papà Igor, che fino a ieri ai suoi velinari di fiducia ha continuato a dire che il figliolo, dopo Dybala, era il miglior giocatore a disposizione di Mou e, pertanto, doveva guadagnare di conseguenza, facendo però finta di dimenticarsi dei numeri che il ragazzo ha messo insieme in un anno e mezzo, pur con tutte le attenuanti di due crociati saltati, ricostruiti, riabilitati. Ha sbagliato mamma Francesca non capendo che in qualche occasione è meglio il silenzio ai post e ai selfie, ma voi, per dire, vi ricordate che la signora Fiorella, mamma di Totti, abbia mai parlato?

Ha sbagliato Tiago Pinto che l’estate scorsa fece trapelare una valutazione del cartellino tra i cinquanta e i sessanta milioni, legittimando l’ingiustificato ego dell’entourage zanoliano. Ha sbagliato la Roma, ce lo ha detto Mourinho, che non ha avuto la sufficiente “personalità per prendere una decisione e in base a quella tirare dritta per la sua strada“. Ha sbagliato lo stesso Mou usando un linguaggio un tantinello eccessivo.

Il risultato ora, a mercato chiuso, con mezza stagione ancora da giocare, è che Zaniolo è fuori rosa. Che, come ci ha fatto sapere la proprietà giallorossa, non giocherà più almeno fino a giugno. Il rischio di veder svanire del tutto un (presunto) talento che sembrava destinato a garantire effetti speciali, è adesso molto più che un sospetto. Il tutto in appena otto mesi. Dal venticinque maggio, Tirana, gol decisivo per la Conference, a questo gennaio in cui sono volati gli stracci. Una follia. Tutti colpevoli. E che nessuno provi a invocare le attenuanti generiche.